Il Comitato Gubbio Salute Ambiente ha consegnato 1790 firme a palazzo Pretorio, raccolte a partire dal mese di maggio e tese a scongiurare l’eventualità, prevista nel nuovo decreto Sblocca Italia, di attivare una centrale a biomasse nei pressi dell’abitato di San Marco, e più in generale di consentire di bruciare rifiuti e CSS all’interno del comune. Una vicenda che aveva fatto molto discutere nei mesi scorsi e che nelle ultime settimane, seppure un po’ più lontana dai riflettori, ha visto i volontari del comitato lavorare alacremente per accogliere una quantità di firme tale da riproporla all’attenzione di tutta la comunità. “Prendo questa consegna come un atto di impatto davvero importante – ha commentato il Sindaco Filippo Mario Stirati – perché testimonia una precisa volontà espressa dai cittadini. Da parte nostra c’è tutta l’intenzione di proseguire nel percorso già tracciato sotto forma di una economia sostenibile, che non vada a ledere i diritti di alcun cittadino e che soprattutto non arrechi alcun danno alla salute della comunità. È una vicenda che abbiamo monitorato con attenzione e che per il momento non ha avuto alcun seguito, a riprova del fatto che le rimostranze del comitato sono già state prese in debita considerazione”.
GUARDIA ALTA. La battaglia però è ancora lungi dall’essere conclusa. La consegna delle firme, raccolte in 113 foglie che hanno letteralmente fatto il giro di tutto il Comune di Gubbio, è solo un passo in un dibattito destinato ancora a far parlare di sé. “Non demonizziamo gli impianti a biomasse a prescindere – hanno ribadito esponenti del Comitato Gubbio Salute Ambiente – ma ci facciamo carico delle esigenze di qualunque cittadino, ben consapevoli dei rischi che si corrono quando l’attività di una centrale assume una portata notevole e una continuità nel tempo. Basti pensare che bruciando 75 kg di materiale all’ora nell’arco di una decina di anni verrebbero completamente disboscati tutti i boschi della regione… bisogna fare attenzione a queste dinamiche e non pensare che in nome dei soldi si possa far tutto a cuor leggero. I rischi per la salute dalla popolazione, non solo quella che abita vicino alla centrale ma quella presente nel raggio di molti chilometri, sono elevati e vanno assolutamente evitati. Ci sono studi medici che lo dimostrano e ci sono tanti casi che hanno confermato la pericolosità di tale pratica effettuata in maniera intensiva. La risposta della gente non ha tardato ad arrivare, ma sappiamo che ci sarà ancora molto da fare”. Una centrale a biomasse è già attiva sul territorio eugubino nella zona tra Fontanelle e Monteluiano e i residenti non hanno perso occasione per manifestare il proprio disappunto per le “promesse” fatte da alcuni politici che in passato avevano mostrato interesse per risolvere il problema, salvo poi far perdere le proprie tracce.
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