Le sconfitte politiche ed elettorali, specialmente se clamorose senza precedenti, dovrebbero portare a più miti consigli e riflessioni. A Gubbio non è così. Quel che resta dei Liberi e Democratici (LeD), che hanno consegnato Gubbio alla destra dopo 78 anni senza neanche arrivare al ballottaggio, rimette in moto il disco rotto dei poteri forti e dell’incenerimento dei rifiuti, come se la lezione degli elettori non fosse bastata. L’ex sindaco Filippo Mario Stirati esterna ancora livore, rabbia e se la prende un po’ con tutti (anche la stampa non allineata nel solco del vecchio “goraccismo”) e anche con i suoi, accusandoli di non averlo difeso abbastanza per riuscire a farlo candidare dopo aver mandato allo sbaraglio il suo ex assessore Valerio Piergentili. L’ideologo del movimento, Pavilio Panfili, continua a tessere la tela tra i reduci militanti attivi che devono ancora riprendersi dalla batosta elettorale di giugno e talmente infuriati da prendere le distanze perfino dal centrosinistra in campo per le regionali, tanto da alimentare voci sul dissenso al voto al punto da lasciare libertà guardando all’astensionismo o addirittura all’estrema sinistra.
In un comunicato i LeD aprono il proprio sepolcro politico e tornano a farsi sentire: “Liberi e Democratici prende atto con profondo rammarico che, ad eccezione del Movimento 5 Stelle, nessun altro movimento politico della coalizione che sostiene la candidata a presidente della Regione Proietti ha accolto la nostra richiesta di prendere una posizione chiara e pubblica sui punti che riteniamo essenziali e imprescindibili nell’esercizio del mandato istituzionale in Regione e nella rappresentanza degli interessi del nostro territorio. I punti riguardano la difesa dell’autonomia della Politica nell’esercizio del potere di rappresentanza rispetto alle ingerenze esterne, in particolare rispetto al potere economico; la difesa della Sanità pubblica e universale, invertendo la tendenza alla privatizzazione dei servizi; il rafforzamento dei diritti civili; il rafforzamento del policentrismo regionale, in un’ottica di riequilibrio delle risorse e delle risposte ai bisogni tra i diversi territori della Regione. E poi c’è un tema che sospettiamo essere il vero argomento su cui la quasi totalità dei candidati eugubini, compresi coloro che si presentano come il nuovo, ha grandissima difficoltà ad esprimersi e cioè l’esclusione totale di ogni possibilità di chiusura del ciclo dei rifiuti con incenerimento nei cementifici, anche in forma temporanea o parziale. Non c’è niente da fare: su questo tema la pressione dei gruppi economici rimane fortissima e limita la libertà della Politica anche a Gubbio.
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