Eliminazione (cocente) fa rima con rivoluzione (fine di un ciclo) ed è quel che resta dell’avventura ai playoff svanita al primo turno, come unica sorpresa visto che in tutte le altre partite ha prevalso il fattore campo con il miglior piazzamento in classifica. Il Gubbio archivia malamente gli spareggi per aver ceduto al Rimini martedì scorso al Barbetti, con il primo gol in campionato di Cernigoi nel finale dopo il passaggio alla difesa a cinque (criticata per larga parte della stagione) e l’erroraccio di Greco preferito tra diffuse perplessità a Vettorel.
LE MOSSE. Il presidente Sauro Notari c’è rimasto male e fronteggia una grossa delusione che lo porterà a fare scelte probabilmente dirompenti. Piero Braglia ha salutato. Davide Mignemi è sotto contratto fino al 2025 ma ha diverse attenzioni: ha parlato con i dirigenti dell’Ancona ed è nei pensieri del Catania (casa sua).
LA SUCCESSIONE. Per la successione di Mignemi (da vedere) e Braglia circolano i primi nomi: Andrea Grammatica del Ravenna (Serie D), legato al direttore generale Giuseppe Pannacci avendo fatto insieme il corso da direttore sportivo, e per la panchina Enrico Barilari che si è congedato dal Sestri Levante, Max Canzi del Pontedera ed Emiliano Bigica del Sassuolo Primavera.
IMPRESA TROISE. A Rimini hanno festeggiato l’impresa da unica squadra che ha sovvertito il fattore campo legato al miglior piazzamento in classifica nel primo turno dei playoff che ha riservato 5 successi interni e 3 pareggi. “L’impresa vale tanto – ha detto il tecnico Emanuele Troise in un’intervista esclusiva pubblicata oggi (giovedì 9 maggio) sul Corriere dello Sport-Stadio – se la si proietta nell’intera stagione. Io sono arrivato che la squadra era ultima in classifica e siamo passati attraverso un percorso in campionato e Coppa Italia, con una maturazione sotto tutti i punti di vista. A Gubbio, al di là dell’episodio, abbiamo confermato che la fortuna va cercata. Siamo quelli del talento che incontra l’opportunità. Tra i pregi e difetti siamo riusciti a far emergere i nostri pregi migliori”. Il tecnico dei romagnoli ha evidenziato che “Non è semplice affrontare i primi turni con la sfida secca fuori casa e l’obbligo di vincere. Sarà bello riprovarci a Perugia, in prospettiva ci sarà il doppio confronto e lì cambia molto”.
La chiave contro il Gubbio?
“Averli limitati e controllati, restando sempre lucidi e attenti. Anche nel 1° tempo, quando abbiamo sofferto di più, siamo riusciti ad avere una discreta gestione”.
Ha dato fondo a tutto l’attacco: mossa studiata o disperata?
“L’avevo pensata e preparata, sebbene non nello specifico. Tenere la gara in bilico era un obiettivo per rischiare di più nell’ultima parte. Avevamo gli attaccanti puri Cernigoi, Ubaldi e Morra, con Capanni e Lamesta esterni. Ho fatto così pure in passato. Abbiamo condizionato il Gubbio che in difesa si è messo a 5. Prima ho optato per il 4-2-4 e poi la carta Cernigoi”.
Vi godete Cernigoi a segno alla ventiquattresima presenza.
“Ci siamo emozionati tutti. La sua stagione ha visto legni e occasioni incredibili. Non si è mai tirato indietro anche quando non segnava. Aveva perso fiducia aspettando il gol. Gli dicevo di non preoccuparsi. Ero convinto che il gol sarebbe arrivato”.
Ora cosa si aspetta a Perugia?
“Rimaniamo con i piedi per terra. Non sarà la stessa partita, bisogna contestualizzare. Troveremo un avversario con un organico importante, molto fisico e che è cresciuto. Giocano a 3 dietro, hanno fatto un percorso anche loro da quando li abbiamo affrontati con Formisano arrivato da poco, pareggiando 0-0. Servirà la capacità vista a Gubbio di aspettare i momenti giusti per attaccare. Gli episodi saranno determinanti”.
Resterà a Rimini?
“Non ne abbiamo parlato. Quando sono arrivato non conoscevo nulla e mi piacerebbe rimanere a lungo. Ho capito subito che c’erano i presupposti per un percorso, ora so che ci sono le basi per costruire qualcosa di duraturo”.
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