Stadio a porte chiuse anche domani, giovedì 8 ottobre alle ore 18.30, al “Barbetti” per Gubbio-Arezzo, terza giornata di campionato. La società rossoblù ha reso nota la decisione dopo la richiesta di riaprire gli spalti a mille spettatori insieme a Perugia e Ternana. Il presidente Sauro Notari e il direttore generale Giuseppe Pannacci hanno diffuso un comunicato nel quale prendono posizione, con sullo sfondo il danno economico per il club che al di là di tutto rinuncia agli incassi dagli abbonamenti e dai biglietti.
“È con grande rammarico – scrivono Notari e Pannacci – che comunichiamo ai nostri tifosi l’impossibilità di giocare a porte aperte la gara di giovedì 8 ottobre con l’Arezzo. Con notevole ritardo il Cor Umbria ha pubblicato un comunicato alquanto generico nel quale sconsiglia deroghe per la disputa di eventi dinamici e sportivi. Questo nonostante altre Regioni abbiano dimostrato un coraggio ed un atteggiamento diverso, un rispetto verso società che investono decine di migliaia di euro per la salvaguardia della salute dei propri tesserati, dipendenti e familiari. In altri sport sono concesse deroghe che al calcio vengono negate, si giocano gare addirittura in palazzetti dello sport al chiuso e si nega l’ingresso in stadi all’aperto nonostante le società abbiano steso protocolli alquanto severi proprio per proteggere i propri atleti e limitare al massimo i rischi. Un comunicato pervenuto in ritardo, che di fatto vieta e non sconsiglia l’ingresso vista la brevissima distanza temporale dalla gara e che impedisce alla nostra società e anche a Perugia e Ternana l’ingresso allo stadio a poche centinaia di persone. Un accanimento sul calcio? Difficile dirlo, certamente non si tengono in minima considerazione esigenze di società che non incassano risorse ormai da tempo immemorabile e si vieta al consumatore finale, il tifoso, di assistere in assoluta sicurezza ad un evento sportivo. Ne prendiamo atto a malincuore che questa Regione non ha avuto il coraggio di fronte alla nostra disponibilità di assumere una decisione dettata dal buonsenso che altre regioni hanno preso nonostante fortunatamente i contagi nel nostro territorio siano ben al di sotto di altre realtà nazionali. Ai nostri tifosi non possiamo che riconfermare il nostro forte disappunto, noi abbiamo fatto veramente il possibile per permettervi di tornare al Barbetti”.
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