Orfeo Goracci è incompatibile nel suo ruolo di consigliere comunale. L’ha deciso a maggioranza, ieri sera dopo un dibattito durato un’ora e 53 minuti con tredici interventi più le dichiarazioni di voto, l’assemblea di palazzo Pretorio a Gubbio che ha recepito l’articolo 63 del Testo unico degli enti locali 267/2000, secondo cui un eletto non può avere contenziosi legali con il Comune. Come riferisce il Messaggero, hanno votato a favore 15 consiglieri della maggioranza (compreso il sindaco Filippo Mario Stirati), mentre Marzio Presciutti Cinti candidato a sindaco del centrodestra e il grillino Rodolfo Rughi si sono espressi per la compatibilità di Goracci, Marco Cardile del Pd ha lasciato la seduta prima del voto informando l’aula con il presidente Stefano Ceccarelli la propria volontà di astensione, e Goracci con il grillino Mauro Salciarini e i leghisti Angelo Baldinelli, Michele Carini, Stefano Pascolini non hanno partecipato alla votazione.
Goracci ha chiesto al Comune di Gubbio un risarcimento di 18mila euro per le spese legali sostenute nell’inchiesta Trust, che lo vede imputato al tribunale di Perugia, relativamente a 21 capi d’imputazione per i quali è stato prosciolto sui 36 contestati. In particolare sul proscioglimento per il reato di violenza sessuale aggravata, il consiglio comunale a maggioranza ha ritenuto che sia un fatto personale non legato all’esercizio del mandato da sindaco di Goracci. Sono stati richiamati i pareri del segretario generale Claudia Bianchi e del ministero dell’Interno attraverso la prefettura, oltre a sentenze della Corte di Cassazione.
Ora Goracci avrà dieci giorni di tempo per rimuovere eventualmente l’incompatibilità rinunciando al contenzioso legale con l’ente, pena la decadenza da consigliere comunale, con la possibilità di un eventuale ricorso al Tar. Nella vicenda del contenzioso, va ricordato che è stata respinta in primo grado nel giugno 2019 la richiesta di risarcimento e l’ex sindaco è ricorso in appello a dicembre.
“Ha messo in difficoltà il Consiglio Comunale e l’amministrazione – ha detto Stirati -, non c’è alcun pregiudizio nella decisione avendo dimostrato anche onestà intellettuale richiedendo un parere ministeriale per mettere i consiglieri nelle migliori condizioni di decidere. E’ un atto di autotutela, non possiamo correre rischi che siano inficiati gli atti adottati dall’assemblea elettiva”.
Goracci ha ribadito la sua linea difensiva, già argomentata il 30 gennaio quando dopo un’ora e 17 minuti venne decisa la procedura di contestazione dell’incompatibilità ai sensi di legge: ha ricordato come il proscioglimento dall’accusa di violenza sessuale aggravata fosse da considerarsi nell’esercizio del mandato. “E’ un atto spregiudicato e politico – ha datto l’ex sindaco -, vi mettete in una strada scivolosa. Meritano rispetto i 2.140 cittadini che mi hanno votato, volete far fuori un soggetto scomodo”.
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