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Goracci e la prescrizione: eugubini divisi sull’analisi e le prospettive politiche dell’ex sindaco

L'imputato Orfeo Goracci

Fa discutere e alimenta riflessioni l’orientamento espresso dall’ex sindaco Orfeo Goracci al processo Trust, che lo vede come principale imputato dopo l’arresto con 58 giorni tra carcere a Capanne e domiciliari nel febbraio 2012.

Il suo legale, Franco Libori, ha annunciato in aula al tribunale di Perugia, il 25 ottobre scorso, la non rinuncia alla prescrizione per 18 su 20 capi d’imputazione (per due situazioni di concussione e tentata concussione la prescrizione è prevista la prossima primavera).

Hanno invece annunciato la rinuncia alla prescrizione gli altri sei imputati, dall’ex vicesindaco poi sindaco Maria Cristina Ercoli agli ex assessori Lucio Panfili e Graziano Cappannelli, fino ai dipendenti comunali Lucia Cecili e Nadia Ercoli, mentre per l’ex segretario comunale Paolo Cristiano è stato il legale di fiducia David Brunelli a preannunciare dichiarazione di rinuncia che lo stesso Cristiano dovrebbe pronunciare in aula nella prossima seduta fissata per il 21 novembre alle ore 13:30.

Goracci, che potrebbe comunque cambiare idea sulla prescrizione in qualunque momento da qui ai prossimi mesi, non era presente all’udienza il 25 ottobre e non ha commentato sui social come fa talvolta, alimentando le più disparate opinioni sul caso.

Nell’opinione pubblica c’è chi richiama la provenienza politica di Goracci e le rivendicazioni d’orgoglio sull’essere comunista anche nei vari post sui social. Per la sinistra radicale la prescrizione non è assoluzione, come ricordato in più occasioni nel caso per esempio di Berlusconi o di altri politici della parte avversa. A dirla tutta, per la stessa sinistra chi ha processi in corso non dovrebbe candidarsi né avere ruoli in politica (la pensavano così anche i 5 Stelle, però hanno cambiato idea). Ma anche in questo caso, nell’opinione pubblica c’è chi ritiene che tali tesi valgano solamente se riguardano gli avversari politici.

Tra le forze politiche eugubine, c’è chi sostiene che Goracci eserciti la facoltà di accedere alla prescrizione per non rischiare una condanna in primo grado anche per uno solo dei capi d’imputazione, che peserebbe oltremodo dopo aver professato da subito l’estraneità a ogni fatto contestato rivendicando la correttezza di ogni comportamento e in ogni atto adottato, fino a sentirsi vittima del sistema giudiziario riversando critiche anche su uno dei magistrati inquirenti coinvolto in una vicenda del tutto scollegata da quella dell’ex sindaco.

C’è anche chi, tra i politici eugubini, vede in questa mossa le mani libere di Goracci per ricandidarsi un’altra volta a sindaco dopo essersi presentato nel 2001, 2006 e 2019, e dopo aver ricoperto ruoli politici e istituzionali per oltre 34 anni. In questa fase Goracci avrebbe puntato per il 2024 su Gabriele Tognoloni, già suo alleato e in consiglio comunale nel 2001 prima di rompere con lui, ma per alcuni questo sarebbe soltanto un depistaggio politico per poi realizzare un altro percorso nel quale farsi ancora uomo di punta e quindi candidato sindaco.