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Goracci annuncia il “Campo aperto” tra offese, autoelogi e silenzi sulle questioni più scottanti

L'imputato Orfeo Goracci

Il consigliere comunale di minoranza ed ex sindaco Orfeo Goracci ha cominciato a giocare un’altra partita politica, l’ennesima dell’infinita serie “Cicero pro domo sua”, e lancia sui social il vecchio-nuovo manifesto in vista delle elezioni di giugno 2024 chiamato “Campo aperto” a guida sinistra estremista.

Fa sapere che “a Fontanelle è partito un bel cantiere” partendo dalle offese ai professionisti, gli autoelogi senza contraddittorio, le rivendicazioni su presunti soggetti liberi e schiavi secondo la solita visione personalistica, ma soprattutto i silenzi sulle questioni più scottanti che caratterizzando ormai da anni il suo essere un politico finito sotto inchiesta arrestato e processato con il Comune costituito parte civile, facendo finta di nulla di fronte alle domande più pressanti anche su vitalizi ed eredità del suo periodo da sindaco.

L’ultima frontiera di Goracci è l’idea di costruire un “campo largo” rispolverando quel Gabriele Tognoloni che è stato suo alleato una ventina di anni fa, poi nemico politico e adesso di nuovo delfino dopo aver girovagato tra liste e partiti della sinistra anche da indipendente.

Goracci e Tognoloni firmano un comunicato nel quale tendono a spaccare la maggioranza di Stirati per provare a prenderne qualche pezzo riservando critiche e qualche “carezza” politica. Il messaggio è rivolto anche ai politici presenti a Fontanelle, che forse sognano di riuscire un giorno a guadagnare in politica quel che ha incassato e incassa ancora oggi coi vitalizi l’ex sindaco, fino a fissare come dirimenti le c di “competenza, coerenza, coraggio, condivisione e coinvolgimento”.

I cavalli “goracciani” di battaglia sono sempre quelli: la salute e l’ambiente, quelle che chiama “politiche attive per creare lavoro in particolare per i più giovani” (si vedrà se verrà presentato in anteprima un eventuale piano di gestione del personale del Comune sul modello di quanto visto dal 2001 al 2010, al di là dei risvolti contestati nell’inchiesta giudiziaria Trust su presunti favoritismi che Goracci ha sempre respinto), politiche di inclusione e difesa dei soggetti più deboli e fragili, scuola e sanità, centro storico, agricoltura manutenzioni.

Non ci sono nel manifesto “goracciano” al momento riferimenti a cosa fare delle pesantissime eredità (anche dai risvolti economici) che lo stesso Goracci ha lasciato, come la discarica di Colognola, il Puc di San Pietro e dell’ex ospedale, la Gubbio Cultura e Multiservizi Srl.

Nei confronti di Goracci sul piano personale nessun intento offensivo o diffamatorio, ma soltanto un’analisi di fatti e circostanze sulle quali l’ex sindaco può intervenire come e quando ritiene. VivoGubbio, da organo d’informazione libero e puntuale senza fare sconti a nessuno, è a completa disposizione di Goracci per interviste e interventi.