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Gay Pride umbro, l’assessore Simona Minelli finisce nella bufera e trova la difesa d’ufficio

L'assessore Simona Minelli in posa fotografica al Gay Prade versione umbra (foto di Mattia Baldelli Passeri)

Per finire nella bufera, all’assessore Simona Minelli è bastato mettersi in posa per lo scatto fotografico acchiappa “mi piace” sui social del Comune di Gubbio e la fascia tricolore indossata nel modo sbagliato al Gay Pride versione umbra.

Ci sono stati molti commenti critici sui risvolti istituzionali della vicenda, dopo che la Giunta Stirati ha concesso il patrocinio al Gay Pride umbro e mandato la Minelli in rappresentanza senza un passaggio nell’aula di palazzo Pretorio per un confronto in Consiglio Comunale con gli eletti e non solo per decisione dei nominati dal sindaco e senza oltretutto alcuna comunicazione ufficiale all’opinione pubblica.

Ma l’assessore Minelli, che in quota LeD ha resistito a due rimpasti mettendo in forte difficoltà il sindaco Filippo Mario Stirati quando per proteggerla lasciandole la poltrona ha perso e sostituito due calibri importanti della sua Giunta come Giordano Mancini e Oderisi Nello Fiorucci, ha cercato e trovato una difesa d’ufficio nella giornalista Valentina Pigmei, classe 1973, nata a Parma, vissuta a Roma e ora a Gubbio (come riporta il suo profilo Facebook).

La giornalista Pigmei non si limita, nel suo soccorso a sostegno, a esaltare la partecipazione dell’assessore al Gay Pride umbro (non è dato sapere se lo faccia da portavoce e se ambisca in prospettiva a un incarico di addetto stampa nello stesso assessorato o al Comune di Gubbio) si lascia andare a una lezione di giornalismo a buon mercato (non si comprende peraltro a quale titolo e con quali titoli).

L’intervento della giornalista Pigmei è integrato nel soccorso “in famiglia” da quello di Mattia Baldelli Passeri, amico di lunga data dell’assessore e autore del discusso scatto fotografico al Gay Pride.