Il coronavirus visto dai bambini. A casa sotto clausura, con le lezioni a distanza, gli è venuto spontaneo questo racconto davvero molto particolare. Filippo Menichini ha 8 anni, è di Gubbio e ha portato a termine la terza elementare. Si è cimentato al meglio usando la fantasia. Eccolo il suo racconto dal titolo “Il virus buono”.
Scrive Filippo: “C’era una volta, in un paese lontano un enorme uccello con tre teste di nome Virus, ogni volta che si alzava in volo faceva un rumore fortissimo, perché aveva ali grandissime. Tutti i giorni si divertiva a spaventare gli abitanti di un piccolo villaggio, incastrato tra le montagne. L’uccello, oltre a spaventare gli abitanti, aveva dei poteri terribili, infatti ogni volta che passava sopra il paese, soffiava forte e uccideva tutte le piante dei boschi e i campi coltivati, lasciando gli abitanti senza cibo. Un giorno, durante uno dei suoi passaggi, l’uccello incontrò un giovane pastore che stava pascolando le sue pecore in mezzo alle montagne. L’uccello incuriosito si fermò a guardare il giovane e gli chiese perché non fuggiva come gli altri abitanti. Il giovane rispose che lui non aveva paura perché era sicuro che infondo questo uccello doveva essere buono. Fu così che Virus e il giovane divennero grandi amici, e da quel giorno l’enorme uccello non spaventò più gli abitanti del paesino, anzi usò i suoi poteri, non per distruggere le piante ma per aiutare i suoi amici uomini a coltivare i campi, annaffiandoli dall’alto”.
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