Nel segno di Sant’Ubaldo le celebrazioni oggi per ricordare a Gubbio la traslazione del corpo incorrotto dalla cattedrale in cima al monte Ingino l’11 settembre 1194, nell’antica pieve dedicata a San Gervasio dove è poi sorta la basilica dedicata al patrono. In mattinata le messe a ogni ora, quindi nel pomeriggio la processione dalla cattedrale con la celebrazioni liturgica in basilica presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini. Settembre è anche il mese dell’assemblea diocesana (domani e venerdì nella sala ex refettorio del convento di San Francesco su “Perché la nostra gioia sia piena”) e la festa della dedicazione della cattedrale (il 22). «L’assemblea diocesana – ha detto il vescovo – è un momento di formazione e condivisione che apre il lavoro pastorale nella nostra Chiesa. E’ come sempre un’occasione aperta a tutti, specie agli operatori pastorali dei vari settori, ai rappresentanti dei gruppi e dei movimenti, alle delegate delle comunità religiose».
In occasione delle celebrazioni per la traslazione, la presentazione del libro “Sant’Ubaldo vescovo ed esorcista” di Alessio Bologna, storico e dottore di ricerca in studi italianistici formatosi all’università di Pisa. Il patrono è conosciuto come “defensor civitatis”, immagine che la storia ha tramandato nei secoli indicandolo come baluardo ecclesiale e civile, ma c’è anche il profilo di taumaturgo ed esorcista approfondito nella ricerca storica attorno al culto ubaldiano, diffuso in particolare dai Canonici Regolari Lateranensi. Nella pubblicazione trovano risalto i legami tra Gubbio e Pisa nel segno del santo, arrivando in Puglia ai monasteri benedettini della Congregazione degli eremiti pulsanesi, conosciuti come gli scalzi perché non usavano calzari, e a San Michele Arcangelo, venerato nel santuario di Monte Sant’Angelo nel foggiano. Nel libro di Bologna c’è in copertina il dipinto di Virgilio Nucci custodito nella chiesa di Madonna del Ponte che mette Ubaldo e l’Arcangelo uno accanto all’altro nella lotta al demonio. Il volume di 237 pagine (Carmignani Editrice) indaga innanzitutto l’evoluzione del concetto di santità, in particolare nel medioevo e da vari punti di vista (lessicale, agiografico, storico, etno-antropologico e psicanalitico), per poi approfondire l’identità di Sant’Ubaldo, riassumendo la biografia fino a risalire alle radici del suo culto pisano, particolarmente improntato sui poteri esorcistici a lui attribuiti e documentati in primo luogo dalla “Vita Beati Ubaldi” del contemporaneo Giordano di Città di Castello.
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