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Festa a settembre, plebiscito dei ceraioli. Il Gruppo Ceri 2020 chiede al sindaco di organizzarla entro l’anno

Ci sono riscontri quasi plebiscitari nel sondaggio tra i ceraioli delle “manicchie” con numeri bulgari per l’edizione settembrina della Festa dei Ceri. Ed ecco uscire allo scoperto il Gruppo Ceri 2020 che, in una nota protocollata agli atti del Comune di Gubbio, chiama in causa il sindaco Filippo Mario Stirati per rilanciare con forza le motivazioni di un’edizione straordinaria pur non specificando alcuna data, ma “nella prima possibile entro il corrente anno solare”.

Fin qui si è sempre prospettato l’11 settembre, nella ricorrenza della traslazione del corpo del patrono dalla cattedrale alla basilica, con qualche tentativo di ipotizzare il giorno precedente facendo un parallelo con il 15 maggio rispetto al 16 giorno della festa da calendario. Il gruppo evidenzia come si sia formato spontaneamente “animato dal sentimento di passione e amore per la città, per Sant’Ubaldo e i Ceri”, perseguendo come finalità la celebrazione della festa nel 2021 perché ritiene che “il non celebrare consecutivamente per due anni i rituali, contribuisca a generare una pericolosa perdita identitaria con conseguenti metamorfosi del tessuto sociale cittadino”.

Nella nota protocollata vengono poste anche le questioni sanitarie e organizzative, con il suggerimento all’amministrazione comunale “di avvalersi della consulenza di un nucleo di esperti-igienisti che attualmente collaborano a livello nazionale alla preparazione di grandi eventi. Ciò permetterebbe di valutare oggettivamente la situazione sanitaria a ridosso dell’evento e dettare le linee guida che consentano lo svolgimento della manifestazione in piena sicurezza limitando la pericolosità dei contagi”.

Per il gruppo sarà necessario stilare un piano di sicurezza straordinario “che consenta di svolgere nell’essenza la ritualità sia laica e sia religiosa, limitando tutto ciò che di superfluo rappresenta un rischio per la salute”, rimarcando come la festa sia “manifestazione di folklore e non deve sottoposta a vincoli troppo rigidi o regolamentazioni che ne snaturino lo spirito”.

Il sindaco prende tempo e aspetta di confrontarsi con il prefetto di Perugia, Armando Gradone, al quale verrà lasciata l’ultima parola per la decisione sulla festa.