Una storia di solidarietà. Profondamente umana e bellissima, nella disperazione di questi giorni dopo la violenta ondata di maltempo che giovedì scorso ha messo in ginocchio il territorio eugubino, dell’Alto Chiascio e dell’entroterra pesarese nella vicina Cantiano che con Gubbio condivide la diocesi.
La racconta il Messaggero nell’edizione di oggi, mercoledì 21 ottobre. Una famiglia eugubina, che vuole mantenere la riservatezza sull’identità, ha deciso di ospitare una ragazza di Cantiano che frequenta con la propria figlia il secondo anno alle scuole superiori. Un gesto speciale per dare un po’ di serenità a questa giovane che, con la propria mamma, ha attraversato momenti difficili ed è sopravvissuta miracolosamente alla disavventura di quei terribili momenti in cui bomba d’acqua ha innescato l’alluvione con un meccanismo drammatico che ha lasciato segni pesanti nel borgo di circa duemila abitanti.
La giovane e la madre sono state travolte dalla piena che si è riversata nel centro abitato con l’acqua alta fino a quattro metri. Sono stati attimi tremendi, tanto che la ragazza è stata sbalzata con violenta contro un’auto ed è finita incastrata tra le ruote, mentre scivolando l’acqua la copriva fino al collo. In quella situazione è rimasta quattro ore, finché un uomo si è accorto di quanto stava accadendo e dal terrazzo della sua abitazione si è calato da una grondaia per trarla in salvo. La scena è stata commovente quando la giovane è stata salvata e soltanto l’indomani ha potuto riabbracciare la madre scampata anche lei al pericolo.
La loro è tra le famiglie rimaste in fortissima difficoltà per le ripercussioni nell’appartamento, così si è fatta avanti la famiglia eugubina grazie al racconto della figlia compagna di scuola. Non c’è stata esitazione nel voler aiutare quella famiglia e quella ragazza che ora a Gubbio in un ambiente sereno sta superando lo choc.
A Scheggia, dov’è stata chiusa la Flaminia fino a Ponte Riccioli per i segni dell’alluvione, sono andati in soccorso della famiglia del giovane Federico i compagni ai tempi del liceo Mazzatinti che hanno aiutato a rimuovere i detriti, mentre a Ponte Calcara la signora Maria Luisa ha testimoniato di trovarsi da sola in casa quando in un attimo il fiume Sentino ha esondato e il portone si è spalancato: gli armadi, la legna e il congelatore si sono rovesciati bloccando l’ingresso. Lei non poteva muoversi, poi fortunatamente è arrivato il figlio che vive a Gubbio e l’ha liberata con l’aiuto di tre persone.
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