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Ex mattatoio nel degrado. Il centrodestra: farne un mercato coperto dell’agroalimentare

L'ex mattatoio in via della Piaggiola sopraffatto dal degrado

E’ inagibile da oltre due anni e sopraffatto dal degrado più assoluto, con erbacce e punti pericolanti che non rendono decoro a tutta la zona. Questo resta dell’ex mattatoio di via della Piaggiola a Gubbio, in disuso da ormai una trentina d’anni senza veri piani di ripristino e rilancio nonostante le promesse del politico di turno. Il complesso alle porte del centro storico è stato considerato più volte strategico, ricordando come tra la fine degli anni ’90 e i primi del 2000 la Comunità Montana Alto Chiascio, sotto la presidenza di Giuseppe Biancarelli, aveva progettato la ristrutturazione per trasferirsi lì. Nel marzo 2006 il Consiglio Comunale decise che l’immobile sarebbe definitivamente passato all’ente montano per la ristrutturazione ma anche in quel caso non se n’è fatto nulla. Il tempo è stato impietoso lasciando che, senza alcun intervento, diventasse un rudere tra i ripetuti transennamenti, fino ad arrivare all’ultimo terremoto che ha indotto a prendere la drastica decisione di renderlo inaccessibile.

LA PROPOSTA. Ora il centrodestra va alla carica con una proposta ufficiale rivolta al sindaco Filippo Mario Stirati affinché prenda in considerazione la prospettiva di una ristrutturazione per fare dell’area e dell’edificio la sede di un mercato coperto delle eccellenze agroalimentari eugubine, cercando vie preferenziali di finanziamenti statali ed europei. L’iniziativa è dei consiglieri comunali Stefano Pascolini (capogruppo), Angelo Baldinelli e Michele Carini della Lega e del candidato a sindaco Marzio Presciutti Cinti. Già due anni fa il centrodestra si era occupato dell’ex mattatoio quando l’allora consigliere Francesco Gagliardi aveva lanciato l’ennesimo grido di allarme con riferimento anche al percorso avviato dal sindaco Stirati denominato “L’Oro di Gubbio”, di cui poi in verità non s’è saputo più nulla. L’ultimo segnale concreto e praticabile l’ha mandato il trentassettenne architetto Emanuele Cacciamani che a suo tempo ha presentato e discusso la tesi all’università di Firenze sul recupero di questo immobile vincendo per questo il Premio “Giorgio Gini”.