La scuola continua a pagare il prezzo più alto nella discussa gestione della pandemia. E’ aperto il dibattito su come debbano comportarsi relativamente all’uso delle mascherine gli studenti in occasione degli esami, vale tanto per quelli delle scuole medie che sono appena cominciati che per quelli degli istituti superiori che cominceranno la prossima settimana.
L’uso delle mascherine non è più obbligatorio, se non in rare situazioni (tra cui la scuola) e in taluni casi viene solo fortemente raccomandato lasciando libertà di azione rispetto alle restrizioni e costrizioni del passato.
Il settantenne ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha dichiarato agli organi di informazioni che l’uso delle mascherine per gli esami non è obbligatorio. Ma i dirigenti scolastici delle scuole medie, anche eugubine, che hanno aperto la sessione d’esame aspettano disposizioni scritte e non le interviste sui media. Si aspettano come minimo una circolare ministeriale in questa dimensione sempre più burocratica, dove il buon senso così come la razionalità non si sa più che fine abbiano fatto.
Così gli studenti delle scuole medie si sono presentati agli esami con le mascherine di fatto rese obbligatorie (come durante l’anno scolastico e rispetto a quanto invece annunciato dal ministro Bianchi), in questo schizofrenico sistema che continua a sfuggire a ogni logica pensando per esempio agli esercenti lavoratori che nelle attività al chiuso sono costretti a tenere le mascherine a differenza dei clienti, come se il virus agisse seguendo chissà quali criteri che i politici e i rappresentanti delle istituzioni – mai contestati come in questo momento storico – interpretano a piacimento senza un filo razionale e men che meno scientifico.
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