Tornano a farsi sentire i LeD (Liberi e Democratici) dopo il veto con esclusione alla candidatura dell’ex sindaco Filippo Mario Stirati nelle liste di sinistra della coalizione di Stefania Proietti. Il coordinatore Valerio Piergentili e l’ideologo Pavilio Panfili tengono il cerino in mano di una fase politicamente drammatica per il movimento dopo la batosta elettorale di giugno, con la consegna della città alla destra dopo 78 anni, e le porte chiuse sia localmente che a livello regionale per qualunque tavolo di confronto mirato a cercare una convergenza su Stirati in vista delle elezioni deò 17 e 18 novembre.
In un comunicato, i LeD cercano di giustificare l’imbarazzante situazione nella quale si sono cacciati e provano a ricucire i rapporti a sinistra dove ognuno, almeno per il momento, va per conto suo come dimostrano i 10 candidati su 15 alle prossime elezioni regionali. I LeD non si schierano con alcun candidato pensando soltanto a concedere l’onore delle armi a Stirati che in pochi mesi ha fatto perdere il Comune e la prospettiva di competere per un posto da consigliere comunale. Nessuna autocritica ma soltanto la preoccupazione per l’epilogo sulle candidature (quella naturale propensione a parlare di potere e poltrone non abbandona i LeD neanche dopo la debacle di giugno), nessuna prospettiva politico-programmatica chiara ma soltanto immaginare un ricompattamento non si sa su cosa e attorno a chi.
Ecco il comunicato dei LeD:
Il Movimento LeD-Liberi e Democratici, di fronte al veto posto dal livello politico regionale e da alcune componenti del livello politico locale eugubino alla candidatura a consigliere regionale di Filippo Mario Stirati, ha deciso di non frammentare ulteriormente il fronte progressista con altre candidature di bandiera. La nostra proposta rappresentava una vera candidatura autorevole e di qualità, capace di esprimere per dieci anni un’azione amministrativa progressista tra le più avanzate in Umbria, proprio negli anni in cui la Regione e molti altri territori andavano a destra. Questa candidatura avrebbe potuto concretamente ottenere l’elezione al Consiglio Regionale, ricoprendo il ruolo con competenza, capacità e autonomia, in un quadro di ricomposizione del fronte progressista eugubino. Riteniamo che sia interesse della sinistra e del centrosinistra valorizzare il nostro patrimonio progressista, maturato in anni di duro e fruttuoso lavoro amministrativo e politico. L’esclusione di figure significative dal processo di candidatura per le elezioni regionali in Umbria rappresenta, a nostro avviso, un errore strategico che rischia di compromettere il futuro del centrosinistra stesso. È fondamentale affrontare questa situazione con una visione chiara e condivisa, riconoscendo che il successo politico si costruisce con l’inclusione e il riconoscimento delle competenze di chi ha già dimostrato di saper amministrare bene. La coalizione regionale ha mostrato una grave mancanza di reattività dopo le elezioni comunali a Gubbio, evitando un’analisi approfondita del voto, nonostante fosse stata richiesta. Questo silenzio è incomprensibile e ingiustificabile, specialmente considerando che le scelte elettorali erano state frutto di un ampio consenso tra i partecipanti al tavolo, inclusi gli esponenti regionali. È evidente che il criterio usato per escludere figure significative dalla candidatura alle elezioni regionali sia strumentale. Se alcuni sono ritenuti responsabili della sconfitta, perché non estendere la stessa responsabilità anche ai membri del tavolo comunale, ai partiti e ai dirigenti regionali coinvolti? La divisione dei candidati ha certamente contribuito alla sconfitta, ma la responsabilità deve essere condivisa. In un contesto politico così cinico, ci chiediamo se la pluralità di candidature sul nostro territorio miri davvero a fornire più rappresentanza o, piuttosto, a non dare alcuna rappresentanza. È essenziale che il centrosinistra si ponga come custode della democrazia locale, contrastando l’influenza indebita dei poteri economici nei luoghi decisionali della democrazia, che deve mantenere la sua autonomia, garantendo gli interessi sia della comunità che dei cittadini, la salute e l’ambiente. A Gubbio è in atto un processo di normalizzazione, e appare chiara, accanto ad altre questioni legate a personalismi, rancori e spiriti di vendetta, la volontà di escludere una voce libera come quella di Filippo Mario Stirati, soprattutto sul tema dei rifiuti legato ai cementifici. Su questo tema sarà necessario chiarire il ruolo del Sindaco di Gualdo Tadino, Presciutti, nominato commissario del Pd eugubino. Confidiamo ora che le forze politiche riformiste eugubine, che hanno espresso una pluralità di candidature, riescano a garantire una rappresentanza politica al nostro territorio.
Per contribuire al fronte progressista, chiediamo ai candidati di esprimersi pubblicamente su ciascuno dei seguenti punti, che riteniamo essenziali e imprescindibili nell’esercizio del mandato istituzionale in Regione e nella rappresentanza degli interessi del nostro territorio:
– Difesa dell’autonomia della Politica nell’esercizio del potere di rappresentanza rispetto alle ingerenze esterne, in particolare rispetto al potere economico;
– Sanità pubblica e universale, invertendo la tendenza alla privatizzazione dei servizi;
– Esclusione totale di ogni possibilità di chiusura del ciclo dei rifiuti con incenerimento nei cementifici, anche in forma temporanea o parziale;
– Rafforzamento dei diritti civili: piena attuazione della Legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, garantendo che sia resa effettivamente disponibile in ogni struttura sanitaria, con possibilità di ricorrere alla terapia farmacologica in maniera libera; promozione del diritto al “fine vita”; pieno riconoscimento delle unioni civili;
– Rafforzamento del policentrismo regionale, in un’ottica di riequilibrio delle risorse e delle risposte ai bisogni tra i diversi territori della Regione.
Chiediamo anche alla candidata alla presidenza, Stefania Proietti, di assumere con convinzione e con dichiarazioni chiare e inequivocabili gli impegni sui punti sopra indicati. Rimaniamo in attesa di risposte pubbliche.
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