Il candidato promette mari e monti. Garantisce, a tutti i livelli, che se verrà eletto farà questo e quell’altro, soprattutto per tizio e caio se lo voteranno. Ci sono mille modi per fare il cosiddetto voto di scambio, ovvero ottenere il consenso in cambio di un favore che è un reato sul quale perlopiù si chiude un occhio e anche due. Ed esiste una formula preventiva, più nostrana, come le cene elettorali di ogni genere.
A Gubbio ci sono 15 candidati, 9 donne e 6 uomini, 10 a sinistra e 5 a destra in 12 liste diverse delle 23 in corsa legate ai 9 che competono per la presidenza della Regione. Si sta passando da una cena all’altra con un tour de force destinato a crescere con il passare dei giorni.
Il numero delle cene potrebbe superare perfino quello dei banchetti ceraioli visto il ritmo frenetico. Diversi candidati rispondono ai capi perugini, soprattutto quelli che fanno tandem con le donne eugubine in corsa, che puntano ad avere un pacchetto di voti anche a Gubbio.
Si tenga conto che in ballo ci sono 20 posti da consigliere regionale, a circa 8.500 euro netti al mese (9.300 euro lordi più circa 4.000 euro di rimborsi esentasse), e i candidati sono 457, un numero impressionante che peraltro a Gubbio è record senza precedenti.
Un posto in Regione val bene una cena, anche se dar da mangiare non sempre porta a vincere.
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