Due alberghi eugubini chiusi da lungo tempo dopo aver fatto la storia, famosi soprattutto perché quartier generale per decenni delle squadre di calcio nei ritiri pre-campionato e durante la stagione. Ne parla il Messaggero Umbria nell’edizione di domenica 27 marzo.
Da una parte il “Beniamino Ubaldi” in via Perugina (quante volte il Perugia di Gaucci veniva portato in ritiro punitivo al motto “ora et labora”) e dall’altra lo Sporting Hotel nella zona degli impianti sportivi davanti allo stadio Barbetti e accanto al bocciodromo, entrambi chiusi ormai da tempo.
Il “Beniamino Ubaldi”, intitolato all’amatissimo prelato che fu vescovo dal 1932 al ’65, è tornato in mano alla diocesi che ha varato il progetto Hub Hotel con una profonda ristrutturazione, presentato a fine ottobre dal vescovo Luciano Paolucci Bedini. Era stata annunciata una riapertura anche solo parziale per la prossima estate, con un investimento iniziale di oltre un milione di euro, ma sono sorte complicazioni sia economiche che tecniche di varia natura e sta partendo solo in questi giorni l’appalto affidato alla cooperativa sociale locale Corinzi 13, specializzata in costruzioni e altre attività, da sempre vicina alla curia vescovile perché nata proprio con una matrice religiosa.
È previsto un primo lotto che comprende la ristrutturazione dei locali di accesso all’albergo, che fa corpo unico con il seminario diocesano, e di un’ala delle camere da mettere a disposizione nella riapertura parziale. Si prevede che i lavori di questo blocco vengano completati entro l’anno. Sarà la stessa diocesi ad annunciare le modalità di ripartenza della struttura ricettiva che vuole essere concepita come progetto di accoglienza ampio, inclusivo, attento alla sostenibilità e dedicato alla promozione del territorio.
Il complesso sarà lo snodo centrale di una rete più ampia fatta di foresterie, case per pellegrini, ritiri, gruppi vacanze che si articoleranno in un progetto di accoglienza diffusa.
E’ più complessa la situazione dello Sporting Hotel: dopo un cambio di gestione, al momento resta soltanto lo stabile desolatamente vuoto senza alcuna prospettiva conosciuta e concreta per far ripartire la struttura.
Massimo Boccucci
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