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Davide Lispi da Gubbio a Londra con un percorso di altissimo livello: è direttore della strategia alla Lumi Global

Davide Lispi

La storia di Davide Lispi è quella di un giovane eugubino che si mette in gioco senza frontiere. Nato a Gubbio nel 1992, diplomato allo Scientifico del polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” con il massimo dei voti, vincitore della borsa di studio Colacem-Maggio Eugubino nel 2011, ha studiato ingegneria gestionale con indirizzo finanziario al Politecnico di Milano. Ha fatto uno scambio internazionale a New York nel 2015, vincitore di borsa di studio “Global e3” della Iie, e tesi all’estero in Olanda con borsa di studio per merito. Durante il percorso universitario è stato studente residente del Collegio di Milano, struttura di merito riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione con borsa di studio per merito. Il curriculum accademico si completa con un Master of Business Administration presso Insead in Francia.

Ha iniziato a lavorare in Vodafone Italia come Strategy Business Analyst, prendendo parte al graduate program “Discover”, percorso di inserimento per giovani talenti. E’ quindi passato alla consulenza direzionale per Gea Spa, una società di consulenza strategica con base a Milano. Durante l’esperienza in consulenza ha collaborato con medie e grandi aziende italiane ed internazionali, in Svizzera e Italia, occupandosi principalmente di temi strategici e organizzativi. Ha anche operato per vari fondi di private equity italiani, supportandoli nella valutazione e acquisizione di diversi business. Da quest’anno ricopre il ruolo di direttore della strategia alla Lumi Global a Londra.

Nel tempo libero si dedica allo sport e alla musica (suona la chitarra elettrica ed è appassionato di chitarre che gli piacerebbe collezionare).

In famiglia c’è tutto il supporto della mamma, Giuseppina Gambini, funzionaria della sede eugubina di Coldiretti, del papà Virgilio Lispi, architetto già sindaco di Fossato di Vico, e del fratello Leonardo che lavora a Milano.

Come nasce la sua scelta di vivere a Londra?

Da un’opportunità lavorativa che ho ricevuto tramite il network di Insead, la business school francese presso cui ho recentemente completato il Master of Business Administration. Come spesso succede, le migliori opportunità nascono grazie a incontri casuali, e credo che l’abilità delle persone sia quella di saper cogliere queste occasioni. Nel mio caso ho incontrato il Ceo di Lumi e da lì è nata la nostra collaborazione professionale. La società stava cercando un profilo come il mio e io ero pronto a valutare nuove opportunità. Londra è una capitale culturale e finanziaria che offre molte opportunità a giovani provenienti da tutto il monto, per questo motivo ho scelto di accettare la proposta e spostarmi nel Regno Unito”.

Cosa l’ha colpita particolarmente?

La cultura del lavoro è molto diversa da quella a cui siamo abituati in Italia. Tutto sembra essere molto più dinamico e diretto, senza i formalismi un po’ arcaici a che ancora fanno parte dei costumi italiani. I colleghi sono interessati al valore che porti nel team, non tanto all’età o a quanto riempie le pagine del curriculum. Fuori dal lavoro si entra in contatto facilmente con persone provenienti da ogni dove, e questo credo che sia un elemento di forte crescita per un giovane professionista. Un aspetto che mi ha colpito è che la diversità culturale è incoraggiata e promossa a ogni livello, ed è soprattutto vista come elemento di successo. Probabilmente questo è uno dei motivi per cui Londra è riuscita a ritagliarsi un ruolo primario nel panorama internazionale”.

Gli italiani sono considerati?

A Londra ci sono moltissimi italiani, impossibile non incontrarne sia al lavoro che fuori. Per questo motivo la comunità italiana ha una sua rilevanza. Un elemento evidente è che Londra è una città internazionale in cui convivono tante culture, tra cui quella italiana spicca particolarmente nel mondo della ristorazione. Come si mangia in Italia non è paragonabile. Aggiungo che gli italiani sono ben considerati anche nei contesti professionali di alta specializzazione”.

Il cambio della Corona potrebbe portare novità?

Non credo. E’ un elemento che unisce i cittadini britannici attorno alla loro eredità storica piuttosto che a una concreta influenza politica. Perciò credo che l’insediamento del nuovo re non rappresenti un elemento profondamente destabilizzante nel bene o nel male, anche se intuisco che la popolarità di Carlo III non è paragonabile a quella di sua madre”.

Un giovane all’estero si ambienta facilmente di questi tempi?

Dipende dal motivo per cui si va all’estero, dipende dove si va e cosa si fa. In passato ho avuto occasione di andare all’estero per motivi di studio e lavoro. Sono stato negli Stati Uniti, Olanda, Francia, Svizzera e ora nel Regno Unito. Ognuna di queste esperienze è stata molto diversa per me, in Europa ci si adatta meglio per il semplice motivo che culturalmente siamo molto più vicini di quello che sembra. Un elemento essenziale per adattarsi facilmente è padroneggiare la lingua inglese. Senza una buona padronanza della lingua si fa fatica ad integrarsi, questo perché spesso i dettagli fanno la differenza nelle relazioni, e non comprendere a pieno una conversazione fa perdere molti dettagli. Penso che per il resto un giovane si sappia adattare facilmente grazie alle comunanze tecnologiche che ormai sono le stesse in tutto il mondo”.

Ci racconta dell’azienda Lumi Global dove lavora?

E’ una società tecnologica leader nel settore dell’organizzazione degli eventi. Nello specifico, Lumi offre servizi a supporto degli annual general meetings, ossia le assemblee degli azionisti che le aziende quotate in borsa sono tenute a organizzare annualmente, ed eventi di investor relations. Il vantaggio competitivo che Lumi ha, rispetto alla concorrenza, sta nella tecnologia di voting e Q&A real-time sicura ed affidabile, oltre a una presenza globale in 40 Paesi con 13 uffici, tra cui quello di Milano aperto ad agosto. Lumi ha la sede operativa a Liphook, piccolo paese caratteristico situato nell’Hampshire a pochi passi da Londra, e una sede finanziaria nel cuore della city a Londra”.

Lei di cosa si occupa in particolare?

Ho la posizione di head of strategy, ossia direttore della strategia, a diretto riporto del Ceo e del Board in cui siede Vespa Capital, fondo di private equity che ha recentemente investito nell’attività. Il mio ruolo è guidare la strategia di crescita dell’azienda attraverso lo sviluppo del business in nuove geografie e nuovi mercati. Nello specifico mi occupo sia di crescita per via organica, ossia attraverso lo sviluppo interno del business, che per via inorganica attraverso acquisizioni. Il perimetro delle mie attività è molto ampio. Mi interfaccio internamente principalmente con il direttore finanza, il direttore commerciale-marketing) e il direttore operativo, e con tutti i general managers dei vari Paesi che Lumi presidia. Esternamente lavoro a stretto contatto con partners di vario genere, da partnership di business a società di investment banking e consulenza che ci supportano nella crescita inorganica. Il mio ruolo prevede tanta esposizione verso Vespa Capital e il mondo del private equity, e la natura del lavoro mi porterà a viaggiare un po’ in tutto il mondo nei prossimi anni”.

Gubbio quanto può offrire a un giovane?

Ho lasciato Gubbio nel 2011 per andare a studiare a Milano. Da quel momento non sono più tornato stabilmente, un po’ perché l’Umbria non offre molto in termini di sbocchi professionali verso cui i miei interessi erano orientati, un po’ per curiosità di esplorare il mondo. Comunque, tutto è relativo: dipende da cosa un giovane cerca dalla vita. Gubbio è una città bellissima, in cui la qualità della vita è più alta che in molti altri posti del mondo. Sicuramente è una città perfetta per una famiglia, un posto in cui la criminalità vera si legge solo sui giornali. Purtroppo, professionalmente non offre molto. Il settore primario è molto forte e il turismo sta sicuramente crescendo, dando lavoro a tanti giovani nella ristorazione e negli hotel. Vivendo in un mondo post Covid, la possibilità di lavorare da casa porterà sicuramente molti eugubini a riavvicinarsi e questo è sicuramente un elemento positivo”.

Ai suoi amici cosa racconta della dimensione inglese?

Lavorare nel Regno Unito è molto diverso rispetto all’Italia, sotto certi aspetti più facile. Per un giovane motivato e competente penso che sia decisamente più semplice fare carriera qui che in Italia. Ovviamente il costo della vita è molto più elevato, quindi dico sempre che non bisogna considerare tutto oro quello che luccica perché per avere la stessa qualità della vita bisogna guadagnare molto di più. Per il momento sono molto entusiasta sia dal punto di vista professionale che personale, e mi piace condividere con i miei amici storie e aneddoti particolari relativi alle persone che incontro qui”.

Come immagina il suo futuro?

Difficile dirlo, viviamo in un mondo che è in costante evoluzione. Un giovane dev’essere consapevole che bisogna essere sempre pronti ad aggiornare le proprie competenze e cogliere nuove opportunità, eventualmente rivedendo periodicamente gli obiettivi di lungo periodo. Una pandemia e una guerra ci hanno insegnato che spesso bisogna essere pronti a rivedere i propri piani. Non si può pensare di prendere una laurea e trovare un posto di lavoro fisso per i successivi quarant’annim sarebbe follia insegnare questo alle nuove generazioni. A me piace pensare che ogni esperienza apre le porte per altre opportunità di crescita sia personale che professionale. Il prossimo traguardo che vedo nei prossimi anni prevede per me il successo del progetto che sto portando avanti con Lumi. Sicuramente in un futuro non troppo lontano vorrei tornare in Italia, perché considero il nostro Paese come il posto migliore del mondo per mettere radici e mettere su famiglia. Credo fortemente che le esperienze internazionali siano essenziali per imparare, ma sono fortemente convinto che queste conoscenze debbano in qualche modo tornare a casa per rendere l’Italia un Paese migliore. Oggi più che mai ne abbiamo bisogno per dare all’Italia il prestigio internazionale che merita all’interno della comunità europea e anche fuori dai suoi confini”.