Non si placano discussioni e polemiche sull’autorizzazione che la Regione Umbria ha rilasciato a Barbetti e Colacem per l’utilizzo di Css-Combustibile solido secondario nei cementifici di Semonte e Ghigiano, sulla base del Decreto semplificazioni del governo Draghi.
Si apre una riflessione sulle vere ragioni della procedura voluta dal sindaco Filippo Mario Stirati, dopo due vertici di maggioranza tenuti tra divisioni e imbarazzi, che ha deciso di impugnare l’autorizzazione davanti al Tar dell’Umbria impegnando circa 20mila tra spese legali ed esborsi previsti.
Se la scelta di agire nella direzione gradita ai comitati ambientalisti non è politico-elettorale, ma punta veramente alla tutela della salute pubblica, ci si chiede perché il sindaco e la componente dei Liberi e Democratici non abbiano pensato a un esposto alla magistratura, chiedendo peraltro gratuitamente l’azione della Procura della Repubblica di Perugia.
Questa iniziativa non sottrarrebbe risorse economiche al già precario bilancio comunale, ricordando i ricorsi e le azioni legali del passato con il Comune spesso condannato alle spese, come nel caso del traliccio della telefonia mobile a Padule, e verrebbe vista come un’azione legittima a tutela lasciando ai magistrati il compito di verificare servendosi di ogni strumento che non sia quello tecnico-burocratico del Tar che può valutare soltanto se gli atti adottati sono conformi.
Stavolta c’è chi intende aspettare la decisione del Tar nel merito, visto che la Giunta Stirati non chiederà la sospensiva ma un pronunciamento senza conoscere le tempistiche, per sollecitare un intervento della Corte dei Conti dell’Umbria qualora il ricorso venga rigettato. C’è infatti il diffuso timore che questo modus operandi della maggioranza abbia principalmente risvolti politico-elettorali perché al suo interno c’è un radicata consapevolezza che le possibilità di accoglimento del ricorso sono minimali, così come avvenuto in vicende analoghe in altre regioni.
La Corte dei Conti potrebbe valutare se di un simile ricorso debbano farsi carico i singoli politici amministratori e non l’intera collettività, aspettando di sapere se anche i comitati e le associazioni ambientaliste ne inoltreranno uno simile di propria iniziativa, smentendo in tal modo talune indiscrezioni su contatti degli stessi ambientalisti con la Giunta Stirati per caldeggiare il ricorso al Tar a spese del Comune.
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