La Giunta Stirati ha tenuta questa mattina (venerdì 25 febbraio) a palazzo Pretorio, in cui il sindaco e gli assessori del Comune di Gubbio hanno annunciato che l’Ente farà ricorso al Tar dell’Umbria per impugnare l’autorizzazione rilasciata dalla Regione il 29 dicembre scorso a Barbetti e Colacem per l’utilizzo del Css nei cementifici di Semonte e Ghigiano.
Stirati ha specificato “di avere dato immediata risposta alla comunicazione fattami da Colacem in merito alla situazione venutasi a determinare con l’escalation dei costi energetici. Non solo ho risposto immediatamente, ma ho manifestato apprezzamento in merito all’impegno manifestato dalla stessa azienda per la difesa dei livelli occupazionali, dando peraltro informativa della mia risposta in Consiglio Comunale. Ribadisco che sono assolutamente convinto del fatto che le cementerie debbano continuare a svolgere a loro attività, certo oggi con sfide ulteriori e criticità che si sono andate accentuando negli anni. Parto da questo perché non voglio sia fuorviata la disamina del problema: si tratta di un percorso che abbiamo iniziato da tempo, nell’ottica della costruzione di una concertazione che avesse come obiettivo quello di fornire a tutti gli attori in campo tutte le risposte necessarie. In quest’ottica è evidente che per noi la Valutazione di Impatto Ambientale rappresentasse un metodo imprescindibile, e in questo senso crediamo che il Decreto Semplificazioni non possa spazzare via tutto: il Comune non può rinunciare a un principio sostenuto da sempre. Così come le imprese hanno fatto ricorso in merito alla questione di assoggettabilità a Via, allo stesso modo, in maniera assolutamente collegiale e condivisa, noi oggi abbiamo ritenuto di dover impugnare l’autorizzazione della Regione”.
Stirati, nell’illustrare il percorso che ha portato la maggioranza ad assumere tale decisione, ha parlato di “una discussione intensa, dalla quale sono emerse certamente anime diverse come è anche legittimo che sia, ma che non può e non deve essere svilita con rappresentazioni a tinte fosche o in chiave di calcio mercato: quella relativa al Css è una questione che sta animando la maggioranza come tutta la città. Ho letto uscite, soprattutto nei riguardi dei consiglieri Zaccagni e Biancarelli, che non condivido assolutamente: è tempo di uscire da questo tipo di rappresentazioni e letture, noi discutiamo perché la maggioranza non è una caserma, né io sono un despota. Questa decisione del ricorso non è minimamente in contrasto con la nostra idea per cui i cementifici restano un’attività economica e produttiva fondamentale per il nostro tessuto. Siamo particolarmente sensibili e preoccupati per le sorti occupazionali di questo comparto e disposti a lavorare con le imprese, con i sindacati, le maestranze e con tutti i cittadini per fare tutte quelle valutazioni necessarie a rendere compatibili ambiente, salute e lavoro. Noi rifiutiamo tutte quelle rappresentazioni terroristiche e apocalittiche che vengono fatte del nostro territorio, anche perché altrimenti sarebbe inutile portare avanti e sollecitare analisi e indagini. Tra pochi giorni tra l’altro avremo la prima restituzione dello studio attivato con il Cnr e con La Sapienza sulla qualità dell’aria. Abbiamo recentemente sollecitato Coletto a far ripartire il registro tumori non per alimentare un clima di tensione ma per dare, al contrario, rassicurazioni, risposte, per avere dati certi perché tutti possiamo coesistere in maniera costruttiva. Siamo chiamati a usare tutti il massimo di senso di responsabilità, perché possiamo avere risposte sulla base di dati certi, accettati e condivisi: se non si accetta un terreno comune di confronto sarà solo la città a pagarne le conseguenze. Dal conflitto non avremo che macerie”.
Il sindaco ha ribadito di aspettarsi “un lavoro serio anche da parte della Regione, non una semplicistica identificazione del Comune e della mia figura con i comitati No Css: avrei gradito essere presente all’incontro dell’assessore Fioroni con le aziende, così come tutti avremmo gradito avere, dopo settembre, ulteriori incontri con la Regione”.
L’assessore all’Ambiente e vicesindaco Alessia Tasso ha spiegato i motivi per cui il Comune di Gubbio ha dato mandato legale per ricorrere nei confronti delle autorizzazioni della Regione. “Il decreto semplificazioni – ha spiegato – ha fatto sì che si saltassero tutta una serie di momenti partecipativi e di ascolto in particolare dei rappresentanti della città. Il nostro non è certamente un atto ostile nei confronti delle attività produttive, ma una questione di principio e di metodo che abbiamo voluto rivendicare, perché non ci sembra che questa autorizzazione, al di là del decreto semplificazioni, possa essere accettata senza colpo ferire. Essendo il sindaco la massima autorità sanitaria e garante della salute dei propri cittadini il ricorso è un atto dovuto. Quello che chiediamo è che il procedimento di ricerca della valutazione di impatto ambientale sia una via di sostanza, perché i temi di ambiente, salute e occupazione possano essere sviscerati nella stessa sede, perché si possa parlare di garanzia di posti occupazionali senza dimenticare il tema della salute e dell’ambiente. Dirò di più, la transizione ecologica pone obiettivi che spesso sono anche difficilmente raggiungibili: il nostro timore è che il Css possa essere una risposta a un problema momentaneo, e che tra un paio di anni possano sorgere nuove questioni che faranno sì che le aziende si troveranno magari fuori mercato senza un piano di investimenti a lungo termine per raggiungere tutti gli obiettivi imposti dalla transizione ecologica”.
Il ricorso non chiederà la sospensiva: “Ci siamo mossi – ha aggiunto Stirati – sul piano dei principi e del metodo senza intenzioni ostative o punitive tese a far sospendere le attività produttive. Siamo profondamente preoccupati per le incertezze occupazionali e per questo stiamo lavorando consapevoli, tutti, delle grandi responsabilità che abbiamo di fronte”.
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