La maggioranza di Stirati ha deciso nel vertice di ieri sera (mercoledì 23 febbraio) a palazzo Pretorio di fare ricorso al Tar dell’Umbria per impugnare l’autorizzazione rilasciata dalla Regione Umbria ai cementifici eugubini Barbetti e Colacem per l’utilizzo del Css (Combustibile solido secondario) negli stabilimenti di Semonte e Ghigiano.
Il sindaco Filippo Mario Stirati ha rappresentato le ragioni della decisione che nella coalizione ha poi trovato posizioni diverse, con gli interventi in ordine sparso di qualche consigliere comunale compresi i dipendenti della Colacem. Riccardo Biancarelli e Francesco Zaccagni, che hanno espresso rilievi critici sulla decisione anche se alla fine si sono allineati alla decisione di maggioranza.
Stirati, il vicesindaco Alessia Tasso e la componente dei Liberi e Democratici (LeD) hanno difeso l’impianto del ricorso al Tar che è fondato – è stato spiegato – sul parere del dipartimento di Prevenzione della Usl Umbria 1 che, quando le cementerie hanno inoltrato la richiesta alla Regione, ha espresso forti perplessità sull’impatto del Css a livello di salute pubblica.
E’ emersa anche la considerazione della prospettiva del cemento, ovvero se il ricorso al Css garantirà occupazione e stabilità economico-produttiva anche alla luce della decisione di Colacem di disattivare i forni di Ghigiano fino a tempo indeterminato per l’impatto economico delle quote di Co2 e l’aumento dei costi energetici.
Il Comune si avvale della consulenza legale esterna dell’avvocato Paola Brambilla di Bergamo e il ricorso non prevederà la richiesta di sospensiva ma di pronunciamento nel merito con il nodo delle tempistiche. Sostanzialmente se c’è un problema di salute pubblica, il sindaco Stirati sicuramente spiegherà in Consiglio Comunale perché non chiedere la sospensiva dell’autorizzazione ma rischiare che i giudici possano impiegare anni a prendere una decisione.
Si vedrà ora se anche i comitati ambientalisti intenteranno un proprio ricorso parallelamente a quello del Comune, anche per fugare indiscrezioni che vogliono le pressioni degli stessi comitati nei confronti del sindaco per l’azione legale in mano esclusivamente pubblica con le relative spese a carico della collettività.
In quest’ottica potrebbe monitorare la vicenda la Corte dei Conti qualora il ricorso venisse rigettato, come per esempio è accaduto nel caso del traliccio della telefonia a Padule che ha visto il Comune, anche in quella situzione pressato dai comitati ambientalisti, perdere il contenzioso con a carico tutte le spese legali.
Nel dibattito politico e in larghi settori dell’opinione pubblica aleggia la questione dei risvolti politico-elettorali sulla vicenda Css, nell’infinito duello a sinistra con l’ala estremista della sinistra e il peso elettorale attorno all’ex sindaco Orfeo Goracci che induce soprattutto la componente dei LeD a temere la perdita di consensi qualora non tenga una linea dura e intransigente sui temi ambientali.
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