Si narra, nei corridoi della politica eugubina, che i consiglieri comunali Francesco Zaccagni dei Socialisti Civici Popolari e Riccardo Biancarelli (eletto nei Liberi e Democratici per poi passare al Gruppo Misto e ora con i Democratici per Gubbio) abbiano chiesto alla maggioranza di fare quadrato attorno a loro dopo le reazioni e i commenti alla decisione della Giunta Stirati di ricorrere al Tar dell’Umbria per annullare l’autorizzazione concessa dalla Regione, sulla base del Decreto semplificazione del governo Draghi, a Barbetti e Colacem per l’uso del Css-Combustibile solido secondario nei cementifici di Semonte e Ghigiano.
Sulla posizione di Zaccagni e Biancarelli, favorevoli al Css e contro il ricorso al Tar, si è aperto un dibattito sulla coerenza, la linearità dei comportamenti politici e le scelte in relazione alle convinzioni e alle conseguenti decisioni di una coalizione che nel programma elettorale del 2019 aveva chiaramente esplicitato, al di là di qualche sofismo cerchiobottista, l’avversità all’utilizzo del Css nei cementici eugubini. Stirati e i Liberi e Democratici hanno tenuto una posizione sempre coerente.
Zaccagni e Biancarelli sono dipendenti del gruppo Colacem – come Giovanni Manca che però ha lasciato la maggioranza passando all’opposizione nel rientrare con il Pd – e sul tema giocano praticamente su due tavoli: tengono una posizione aziendalista, con la personale convinzione che l’uso del Css sia pienamente legittimo e da non demonizzare, e lo fanno anche a livello pubblico, mentre votano tutti gli atti della maggioranza che esprimono contrarietà.
Per questo anche nella stessa maggioranza c’è chi rimarca la totale incoerenza e l’opportunismo politico di tenere i piedi su più staffe. Zaccagni e Biancarelli nel timore di fronde e nel giocare al rialzo stanno chiedendo l’appoggio e la solidarietà di fronte a quanti ritengono che dovrebbero invece trarre le conseguenze, ovvero lasciare la coalizione di Stirati se non addirittura dimettersi.
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