Si è aperto un grosso dibattito sul programma del 15 maggio deciso dal sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, insieme al tavolo dei Ceri che raggruppa le componenti pur senza un legalmente riconosciuto valore istituzionale. Il “Tributo a Sant’Ubaldo”, come dal manifesto che richiama quello tradizionale utilizzato per la festa, prevede infatti tutta una serie di iniziative che, a parte i riti religiosi, si articola dalla mattina all’alba fino a sera. Tutto questo, viene fatto notare soprattutto sui social, senza la presenza dei Ceri poiché la corsa è stata giocoforza annullata per gli effetti dell’emergenza coronavirus. Su Facebook sta prendendo il sopravvento l’ironia per mandare un chiaro messaggio che potrebbe indurre il sindaco a rivalutare le decisioni ufficializzate. Particolarmente discussa è la parte del programma che chiama in causa i tamburini (a quanto pare i tre più anziani di ogni Cero) per la sveglia alla città alle ore 6.30 e il trombettiere che alle 18 fa il percorso dei Ceri a cavallo.
IRONIA SOCIAL. C’è anche il timore di coinvolgimenti di più soggetti delle varie componenti ceraiole che possono fare da attrazione per muoverne altri. Colpiscono alcune reazioni sui social anche a sfondo goliardico. “Illuminati dalle prestigiose menti del tavolo eugubino, a Siena correranno il Palio senza cavalli”, ha scritto un ceraiolo di San Giorgio. E c’è chi ha proposto un esilarante provocatorio programma complementare: “Le frazioni di Mocaiana e Semonte devono portare panche e tavolini; Cipolleto e Ponte d’Assi panini, bistecche e focone; Padule, Spada e Branca vino nero e bianco. Il punto di ritrovo è stato fissato in piazza Quaranta Martiri alle 12.30 dopo la suonata del campanone”, con tanto di avvertenza nel ricordare che in base al Decreto del presidente del consiglio sono vietati gli assembramenti”.
Viene posta soprattutto una questione che lega le iniziative ufficializzate con quanto previsto dal decreto Conte, non essendo stato chiarito se questo programma sia stato preventivamente concordato con il prefetto di Perugia. DUBBI NORMATIVI. L’avvocato Francesco Gagliardi introduce elementi di riflessione: “Il programma definito di Tributo a Sant’Ubaldo ed elaborato per i giorni 13, 14 e 15 maggio, al di là delle polemiche anche roventi di sapore ceraiolo, solleva dubbi di corrispondenza alle regole dettate dal Dpcm 26 aprile 2020, che come noto ha aperto la Fase 2 dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19. Fino al 17 maggio è possibile uscire di casa per lavoro, per situazioni di necessità, per motivi di salute. A queste ragioni canoniche, si aggiungono le visite ai familiari in senso lato, le attività motorie individuali e la pietas per i defunti. Sono vietate le manifestazioni civili e religiose e qualunque forma di assembramento, all’aperto o dentro strutture pubbliche e private. In questo quadro, ancora molto restrittivo, è difficile, se non incomprensibile, immaginare la sfilata dei tamburini, le cerimonie al cimitero e al mausoleo o la galoppata del trombettiere. Mentre ci si concentra sul rischio della presenza popolare agli eventi programmati, pure concreto, si trascura di valutare la legittimità dei comportamenti di quanti parteciperanno di diritto al programma. Se per legge al funerale di una persona possono partecipare un numero massimo di 15 familiari, quale norma stabilisce quanti prenderanno parte ai riti festivi? E la scelta di chi, come sarà regolamentata? E ancora, i divieti di manifestazioni e di assembramenti come si combinano con un programma dettagliato di celebrazioni in luoghi aperti al pubblico? Sarebbe interessante conoscere la posizione della Prefettura di Perugia, sicuramente informata degli eventi, e del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, coinvolto negli ultimi anni negli aspetti organizzativi della Festa dei Ceri. Rendere pubbliche queste posizioni aiuterebbe a superare i molti dubbi sollevati dall’iniziativa”.
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