Parchimetri, si cambia: l’amministrazione Stirati ha deciso di darci un taglio, lasciando completamente libere da vincoli di pagamento alcune aree del centro storico e dintorni. In Corso Garibaldi non ci saranno più strisce blu: si torna all’antico, cioè al disco orario di 60 minuti, così come richiesto a più riprese da esercenti e commercianti che altrimenti lamentavano un’affluenza sempre minore da parte dei clienti, eredità anche dell’introduzione dei varchi elettronici che in molti casi hanno dissuaso eventuali acquirenti dall’ingresso nell’area a traffico limitato (che, va ricordato, è aperta tutti i giorni dalle 6,30 alle 20,30, ad eccezione della parte altra che ha vincoli più stringenti).
MACCHINETTE CERCASI. Curiosamente in questi primi giorni però molti automobilisti, ignari delle novità già in essere, cercano invano le macchinette adibite alla stampa dei parchimetri. I residenti e i commercianti locali sono stati informati nei giorni scorsi delle modifiche apportate dall’amministrazione locale e in un certo qual modo stanno facendo da “divulgatori” ai tanti eugubini che restano un po’ spiazzati nel sapere che al netto delle strisce blu ancora presenti la sosta non è più a pagamento.
TICKET AL TEATRO ROMANO. Novità importanti riguardano anche l’area del Teatro Romano: una volta conclusi i lavori di rifacimento del marciapiede, i posti auto lungo la strada che conduce verso porta degli Ortacci saranno gratuiti e non più a pagamento. Per la prima volta però il ticket verrà inserito all’interno del discusso parcheggio del Teatro Romano, limitatamente ai giorni festivi e prefestivi. Una misura che nelle intenzioni dell’amministrazione Stirati è volta a favorire una maggiore disciplina in tutta l’area, oltre a scoraggiare una volta per tutte l’opera dei parcheggiatori abusivi che anche nelle ultime settimane (seppur con minore frequenza rispetto alla passata stagione estiva, quando VivoGubbio per primo denunciò la presenza di alcuni di loro in loco) sono tornati a operare nel parcheggio, con molti turisti (e qualche eugubino) costretti a fare i conti con le richieste di “pagamento” degli stessi.
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