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Caso Minelli, difesa d’ufficio anche dalla maggioranza. Stavolta si accoda pure il Gruppo Misto che entra ed esce

Palazzo Pretorio sede del Comune

La battuta sta girando, anche da settore della stessa coalizione del sindaco: se questa grinta e mobilitazione Stirati, la giunta e la maggioranza la mettessero anche per risolvere i problemi di Gubbio, la città farebbe un salto di qualità. Battute a parte, sicuramente è sorprendente la reazione dei politici al governo cittadino per la difesa d’ufficio dell’assessore alle Politiche Sociali, Simona Minelli, che ha chiesto espressamente una presa di posizione ritenendosi sminuita nella funzione politico-istituzionale.

La coalizione di Stirati in una nota a firma dei capogruppo Emilio Morelli (Liberi e Democratici), Mattia Martinelli (Scelgo Gubbio), Giorgia Vergari (Gruppo Misto), Riccardo Biancarelli (Democratici per Gubbio) e Francesco Zaccagni (Socialisti Civici e Popolari) affronta la questione di quanto è successo nell’incontro in videoconferenza del Consiglio delle Autonomie Locali dell’Umbria sulla proposta di legge regionale per le politiche familiari.

Fa riferimento alla posizione di debolezza dell’assessore Minelli in Giunta, che è stata avanzata a più riprese da settori della stessa maggioranza, e pone la questione del ruolo delle donne che nulla a che vedere con il nocciolo della vicenda.

Non c’è neanche dalla coalizione una risposta sul perché l’assessore Minelli non è intervenuta né ha spiegato l’unico voto contrario, tra i 23 rappresentanti istituzionali presenti di tutti gli schieramenti e tutti sensibilissimi alle tematiche familiari oltre che femminili. Non spiega la maggioranza neanche se la posizione dell’assessore Minelli sia stata preventivamente concordata con il sindaco, tutta la Giunta e la coalizione.

Sorprende la firma del Gruppo Misto che ha preso la maggioranza come la porta girevole di un albergo nell’andirivieni nel quale si sono specializzati ormai da lunghi mesi Giovanni Manca e la firmataria Giorgia Vergari, che potrebbe averlo fatto per spirito solidale corporativo, ricordando come lo stesso Gruppo Misto avesse sempre rappresentato a Stirati l’esigenza di cambiare i connotati alla Giunta senza toccare Fiorucci ma guardando altrove, proprio verso la Minelli (dopo l’iniziale bocciatura di Valerio Piergentili poi rientrata). Il Gruppo Misto si è chiamato fuori dalla maggioranza, tanto da partecipare attivamente anche alle manovre del Pd che è partito d’opposizione, ma ogni tanto rientra nei ranghi secondo la formula del piede in due staffe.

“I cittadini hanno pieno diritto di conoscere – spiegano i capogruppo – che la coalizione che sostiene il sindaco Stirati ben sa che un anello debole esiste davvero: è quello che misconosce che le battaglie per i diritti delle donne sono combattute per tutte le cittadine e i cittadini e in loro nome; l’anello debole è quello che continua oggi ad etichettare certe sacrosante posizioni di tutela come strumentali e ideologiche, caricando per di più il termine di chissà quale accezione negativa. Questa Amministrazione ha ben chiaro quanto rilevante sia la tematica, tanto che la rappresentanza di genere in Giunta e la più alta di sempre (50 per cento) e la componente femminile è ben rappresentata anche in Consiglio. Le questioni poste dall’assessore Minelli, come già da lei compiutamente spiegato in Consiglio a seguito di un’interpellanza del gruppo Lega, vogliono tutelare un interesse collettivo, oltre che i diritti di ciascuna donna. Il Consiglio stesso e la maggioranza tutta si è già espressa approvando un ordine del giorno prime azioni a sostegno delle donne come categoria maggiormente colpita dalla crisi. Stupisce piuttosto che la maggior parte delle tematiche relative al mondo femminile, ovvero a più della metà della popolazione italiana, vengano percepite da alcuni come tentativo di rendite di posizione, invece che come questioni che a qualunque osservatore privo di pregiudizi appariranno come talmente legittime da apparire quasi scontate. Bene ha fatto quindi l’assessore a studiare attentamente la proposta di legge regionale, bene ha fatto nel non aver paura ad essere l’unica a difendere diritti inviolabili, bene ha fatto a portare la discussione sulla reale tematica. La famiglia dell’articolo 2 della Costituzione non si difende negando i diritti della donna, di chi subisce violenza, di chi deve sempre giustificarsi per presunte colpe. Forse il problema vero è che si vuole difendere un qualcosa in cui solo apparentemente si crede”.