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Caso Duchini, chiesto il rinvio a giudizio del giudice e di Carlo Colaiacovo

Carlo Colaiacovo

Il procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco e il sostituto procuratore Leopoldo De Gregorio, dopo due ore e mezza di requisitoria, hanno chiesto il rinvio a giudizio per l’ex procuratore aggiunto di Perugia, Antonella Duchini (che la procura fiorentina accusa di corruzione in atti giudiziari, peculato, abuso di ufficio e falso) e delle altre otto persone nei confronti delle quali si sta svolgendo l’udienza preliminare davanti al giudice Angela Fantechi. Oltre la Duchini, infatti, in attesa di sapere se dovranno subire o meno il processo ci sono Carlo Colaiacovo, i due ex carabinieri del Ros Orazio Gisabella e Costanzo Leone, il carabiniere Fabio Sinato, il dottor Ignazio Pusateri, l’imprenditore Valentino Rizzuto, l’avvocato Pietro Gigliotti e il commercialista Francesco Patumi.

Il 27 febbraio – scrive Egle Priolo sul Messaggero – il gup (la procura e il tribunale di Firenze sono competenti per procedimenti che vedono coinvolti i magistrati perugini) emetterà la sentenza di un eventuale rinvio a giudizio o di proscioglimento. Secondo le accuse del procuratore aggiunto Luca Turco, per il primo troncone di indagini, Carlo Colaiacovo attraverso due ex luogotenenti del Ros sarebbe entrato in possesso di informazioni riguardanti un sequestro d’urgenza della quota della società Financo.

I due carabinieri avrebbero “mostrato a un dipendente della Colacem consulenze tecniche, trascrizioni di conversazioni telefoniche intercettate e una nota della guardia di finanza”. I fatti contestati risalgono alla fine del 2016. Insieme al reato di rivelazione di notizie (in cui Carlo Colaiacovo avrebbe “istigato i concorrenti”, riporta il Messaggero) viene anche contestato un presunto abuso d’ufficio poiché sarebbero stati concordati “contenuti e tempistica dell’emissione di un decreto di sequestro preventivo d’urgenza materialmente predisposto e adottato dalla Duchini” sulla società Financo di proprietà della Franco Colaiacovo Gold.

“Intenzionalmente – si legge – arrecavano un ingiusto danno agli imprenditori Giuseppe e Franco Colaiacovo, essendo stato emesso tale provvedimento il 28 dicembre 2016 al solo scopo di impedire l’erogazione di finanziamenti in favore degli imprenditori, provocando contemporaneamente un ingiusto vantaggio patrimoniale a Carlo” a quel punto favorito “nel progetto di acquisizione di quote”.

Ieri i due pm hanno messo in fila tutte le loro accuse, con le parti civili che hanno insistito sul “gioco dell’assegnazione dei fascicoli” e, come ha sottolineato in un intervento particolarmente determinato Manlio Morcella, avvocato che assiste la famiglia di Giuseppe Colaiacovo, “sull’illegittimità del sequestro, tutto per favorire Carlo che voleva preservare la governance del gruppo”. Gli avvocati Alfredo Brizioli, Marco Brambatti e Ninni D’Avirro, che assistono Revel, eredi di Franco Colaiacovo e la stessa Fc Gold, hanno ulteriormente contestato il famoso sequestro e anche delineato la possibilità di manipolare l’assegnazione dei fascicoli attraverso denunce anonime e “strumentali”.

Oggi tocca a David Brunelli chiudere gli interventi delle parti civili, per poi dare spazio alle difese, con gli indagati assistiti dagli avvocati Nicola Di Mario, Michele Nannarone, Francesco Falcinelli, Emma Contarini, Donatella Longo, Donatella Donati, Franco Coppi, Ubaldo Minelli, Vincenzo Maccarone e Mario Incardona che avranno così modo di spiegare ulteriormente le posizioni dei loro assistiti.