Vigilanza a tappeto, dai posti di blocco ai pattugliamenti, agli ingressi dall’Umbria nella zona rossa della provincia di Pesaro-Urbino verso l’entroterra e la costa. Stazionano soprattutto lungo la strada della Contessa a Pontericcioli, entrando nel cantianese, oppure arrivando da Scheggia e la Flaminia, fino all’Apecchiese dal fronte tifernate e Bocca Trabaria. Per l’emergenza coronavirus ci sono anche militari dell’esercito impegnati nell’attività di monitoraggio sulle strade, in particolare la principale arteria di collegamento verso Fano e l’autostrada. Non tutti i mezzi in arrivo da Gubbio vengono fermati ma ci sono dei controlli a campione, con la richiesta delle motivazioni sugli spostamenti. Vengono messe in essere tutte le precauzioni per arginare il contagio che nelle Marche si è allargato facendone la quinta regione italiana, dopo Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. C’è chi si deve recare nelle zone rosse per lavoro, come ieri mattina un giovane medico eugubino in servizio fino a stamani nella postazione di guardia medica di uno dei Comuni dell’entroterra pesarese. Preoccupazione tra gli autotrasportatori eugubini che hanno chiesto informazioni sulla possibilità di transitare.
CASO REGGIANA. Ha giocato a Gubbio l’ultima partita, il 23 febbraio scorso, il ventisettenne difensore Alessandro Favalli della Reggiana risultato positivo al coronavirus. Era subentrato al 77′ nella sfida al Barbetti finita 0-0. Favalli è originario di Cremona ed è lì che, a fine febbraio, è entrato in contatto diretto con una persona poi risultata positiva al Covid-19 sottoponendosi al tampone venerdì scorso. Il club ha informato che il calciatore è “attualmente in buone condizioni di salute presso l’ospedale di Crema”. Il professor Giangiacomo Corbucci, dello staff medico rossoblù, fa sapere che per il Gubbio “i programmi non cambiano essendo la situazione sotto controllo”.
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