Toponomastica sotto tiro, tra zone dimenticate con le abitazioni introvabili sulle mappe in assenza di una complessiva classificazione chiara e intitolazioni improponibili ai più di ignota matrice. Se ne occupa il Messaggero edizione Umbria di mercoledì 7 settembre.
Sta creando problemi e imbarazzi l’antiquato farraginoso criterio di applicazione della toponomastica nel vasto territorio, specialmente in aperta campagna dove risiedono famiglie che difficilmente riescono a farsi rintracciare dai corrieri per la consegna dei pacchi, oltre soprattutto alle difficoltà in caso di soccorso del 118. Ci sono zone escluse perfino dai navigatori satellitari, come nel caso della vasta frazione di Monteluiano.
Nel ricercare la località e il numero civico in alcuni posti del territorio, il navigatore dà come risultato una destinazione perfino a chilometri di distanza da quella reale. Ha sollevato il caso l’ingegner Antonio Bossola, residente in uno di quei territori in cui gli indirizzi prendono genericamente il nome della parrocchia e in cui i numeri civici seguono una logica tutta da decifrare.
“Ne avevo parlato con il sindaco Stirati – spiega Bossola – che aveva assicurato il proprio interessamento. Poi con il Covid tutto è rimasto sospeso. Mi faccio interprete di una problematica che coinvolge migliaia di cittadini che vivono in periferia, credo che possa trattarsi di dieci-quindicimila persone. L’aspetto particolarmente preoccupante è quando si ha bisogno di un intervento del 118 e spiegare dove stiamo è sempre un problema con tutti i rischi del caso. Ho perso un fratello che colpito da infarto è stato soccorso tardivamente perché l’ambulanza non riusciva a trovare la nostra casa”.
A palazzo Pretorio prospettano ormai da anni un riassetto generale ma tutto è rimasto praticamente fermo nonostante vi siano soluzioni alla portata e in aggiunta pure un pacchetto di richieste per intitolare vie, piazze e strade a personalità locali che hanno lasciato un segno nella comunità. Anche perché ci sono strade che portano titolazioni spesso incomprensibili, come via Compiuta Donzella oppure una serie di arti riferite ad antichi mestieri a Zappacenere dove c’era solo una sterminata campagna fino a qualche decennio fa.
La Giunta Stirati aveva preso l’impegno di revisionare tutto, ma di fatto ha poi bruciato le tappe soltanto a fine febbraio 2015 quando – tra non poche perplessità e connotazioni ideologiche più che culturali – annunciò l’intitolazione del teatro comunale al regista Luca Ronconi che non era stato ancora tumulato avviando l’iter concluso rapidamente anche senza particolari mobilitazioni.
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