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Bretella dei Perugini dimenticata tra proteste e veleni. Stirati chiama in causa le aziende, ma la strada è comunale

La bretella dei Perugini

La bretella dimenticata. Il tratto di strada che collega via Perugina con via Parruccini è stato lasciato a se stesso – come sottolinea il Messaggero nell’edizione di martedì primo febbraio -, nel più totale abbandono sebbene realizzato per buona parte anche se non completato né soprattutto messo in sicurezza secondo le normative, dopo l’utilizzo agli inizi di maggio per alleggerire il traffico pesante. La bretella dei Perugini è l’anello di congiunzione che era stato salutato con particolare favore innanzitutto a causa degli infiniti lavori di Anas sulla variante della strada statale Pian d’Assino, con i mezzi pesanti costretti a transitare alle porte della città prima di poter usufruire di questa alternativa, e poi come soluzione stabile per le auto riducendo in questo modo la mole di traffico nella zona degli impianti sportivi.

Con la riapertura della variante cittadina della Pian d’Assino, questa bretella è stata subito chiusa utilizzando degli sbarramenti per impedire il transito di veicoki e ciclomotori. Si è pensato che fosse propedeutico al completamento che invece è rimasto soltanto una promessa e di cui non si parla più, lasciando incompiuto questo collegamento previsto da lunghi anni anche dal piano regolatore per dare più respiro al traffico cittadino.

L’Amministrazione Comunale, che aveva partecipato in pompa magna all’apertura elogiando l’intervento decisivo dei privati, adesso si è defilata e non ci sta mettendo un euro per ultimare l’intervento. Ci sono infinite pressioni, tenuto conto che il tratto in questione permette di poter ridurre il congestionamento del traffico sulle due vie principali tagliando una parte della città. Ci sono polemiche che vengono sollevate soprattutto dall’opinione pubblica, compresa una buona dose di ironia diffusa sui social nel parallelo facile che viene con l’altra opera pubblica abbandonata impietosamente a se stessa del parcheggio multipiano di San Pietro che va avanti dal 2007.

I privati si sono fatti da parte, soprattutto le due cementerie immaginando una correlazione con il clima generale cittadino appesantito dalle diatribe sulle questioni ambientali e occupazionali. La bretella dei Perugini è stata realizzata con l’investimento di 200mila euro tutto a carico delle aziende Barbetti, Colacem, Cereria artigianale umbra, Colmef, Cvr, Siami acque minerali e Autotrasporti Fratelli Mori sul progetto dell’architetto Giuseppe Lepri, per i lavori eseguiti in tempi strettissimi da Tecnoservice di Riccardo Bei. Il tratto complessivo è di oltre 800 metri, 600 dei quali messi a punto nel contesto di un progetto di social housing con le abitazioni sorte nella zona e 200 di nuova costruzione. Il completamento era stato annunciato ma all’atto pratico ora quel tratto resta chiuso e non si sa per quanto tempo.

Il sindaco Filippo Mario Stirati ha preso posizione dopo l’articolo del Messaggero: “Un’operazione – ricorda – portata avanti parallelamente ai lavori fatti da Anas sulla variante poiché era inimmaginabile trasferire il traffico pesante sulla viabilità cittadina, che ne sarebbe stata devastata. Tanto che i mezzi pesanti che hanno attraversato la vecchia strada statale 219 hanno provocato danni ingenti, visibili a tutti. Era perciò indispensabile pensare e realizzare un’alternativa, resa possibile grazie all’intervento di una serie di imprese. E’ evidente che tale intervento, sicuramente prezioso e per il quale le ho anche ringraziate pubblicamente, andava anche nel loro interesse, nel senso che semplificava il sistema di trasporto evitando disagi, pericoli e danni alla pubblica incolumità. Nel protocollo che abbiamo firmato insieme alle aziende nel maggio 2021 si dice che alla fine dell’operazione sarebbe stata valutata la possibilità di completare l’intervento, visto che la bretella si era comunque deteriorata. Nell’agosto scorso abbiamo scritto alle aziende se intendessero onorare l’impegno assunto e annunciato, ovvero concludere i lavori e dare una sistemazione che consentisse l’apertura della bretella a tutto il traffico cittadino, nella consapevolezza che la strada rappresenta uno strumento di facilitazione della viabilità e di decongestionamento delle arterie. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta ufficiale, che ritengo dovuta poiché considero un impegno quello assunto dalle aziende, soprattutto in virtù del fatto che la bretella è stata fatta sì con le loro risorse, ma è stata funzionale alle esigenze delle aziende stesse. Tra l’altro all’articolo 6 della convenzione con loro stipulata si legge letteralmente che gli attuatori dei lavori si sono impegnati a verificare ed eventualmente ripristinare, alla fine del periodo di transito relativo ai soli mezzi pesanti, le condizioni presenti allo stato di collaudo su tutta la percorrenza; rilevo peraltro che negli intenti iniziali condivisi dalle parti si confidava in un epilogo che portasse alla conclusione delle opere necessarie per rendere fruibile, a tutti gli effetti, la bretella stessa. Mi attendo perciò un’assunzione di responsabilità e una risposta, perché finora le aziende direttamente coinvolte sono rimaste in silenzio”.