Caccia ai voti degli elettori di sinistra che per la prima volta dal dopoguerra dovranno scegliere e comunque si troveranno un sindaco di centrodestra per il ballottaggio tra Vittorio Fiorucci (57 anni) lanciato dalla Lega con Fratelli d’Italia, Forza Italia e trascinato da Gubbio Civica prima delle sue cinque liste, alla prima esperienza nella sua città, e Rocco Girlanda (58), già parlamentare di Forza Italia e sottosegretario di Stato nel governo Letta, che ha avuto il Gubbio Democratica la lista trainante delle sue quattro con l’ex sindaco piddino Diego Guerrini leader delle preferenze (225).
Tra i duellanti ci sono stati 682 voti al primo turno, con Fiorucci avanti (4.581 per il 25,29 per cento, contro 3.899 per il 21,53). Nessuno dei quattro candidati della sinistra rimasti fuori (Alessia Tasso, Leonardo Nafissi, Francesco della Porta e Gabriele Tognoloni con 11 liste complessive a sostegno) ha dato indicazioni di voto, preferendo scambiarsi accuse sulle responsabilità per poi lanciare appelli per cominciare a costruire un percorso condiviso in prospettiva.
Girlanda è andato circa 600 voti sopra le liste, Fiorucci di 200 anche se gli sono mancati i voti dei tre partiti visto che alle europee ne hanno ottenuti 7.865 voti, di cui 5.157 Fratelli d’Italia (30,10 per cento), rispetto a 2.320 per le comunali, di cui 10.83 Fdl (6,50) con primatista delle preferenze Carlotta Colaiacovo (234) di Forza Italia.
Definita la composizione del consiglio comunale (24 più il sindaco) con le due opzioni: se vince Fiorucci, entreranno tra i 15 di maggioranza 7 di Gubbio Civica, 4 di Fdl, 2 della Lega e 2 di Fi, mentre la minoranza (9) vedrà con Girlanda, Tasso e Nafissi anche uno ciascuno di Gubbio Democratica, Rinascimento Eugubino, Led e Pd, più altri 2 di Città Futura; se vince Girlanda avrà al suo fianco 6 di Gubbio Democratica, 4 di Gubbio Viva, 4 di Rinascimento Eugubino e uno di Lista Baldinelli, mentre la minoranza vedrà con Fiorucci, Tasso e Nafissi pure 2 di Gubbio Civica e uno a testa per Fdl, Led, Pd e Città Futura.
Resteranno fuori Della Porta e Tognoloni pur avendo ottenuto oltre 1.000 voti, e per la prima volta dal dopoguerra anche il Psi.
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