Tra i social e i commenti più disparati sta diventando un caso la decisione del sindaco Filippo Mario Stirati di firmare, come un migliaio di sindaci su 7.904, l’appello a Mario Draghi affinché resti alla guida del governo con Pd, Movimento 5 Stelle, Lega. Forza Italia e altre forze minori esclusa Fratelli d’Italia.
Fa discutere l’esternazione contro Draghi, prima che Stirati firmasse l’appello, di uno dei fondatori e leader della lista civica Liberi e Democratici (LeD), lo stesso movimento di Stirati e maggiore azionista nella coalizione del sindaco.
A quella si sono aggiunte altre posizioni critiche, internamente alla stessa maggioranza anche se l’ala più a sinistra preferisce sfogarsi in privato rinunciando alla pubblica presa di posizione.
Ci sono anche battute sarcastiche e con una punta di veleno, come l’allusione al fatto che Stirati e la sua Giunta devono essere sicuramente grati a Draghi, come tutte le amministrazioni comunali d’Italia, che dal primo gennaio scorso ha elargito aumenti sostanziosi degli emulementi, fino a raddoppiarli. Nel caso di Gubbio, per la fascia di 31mila abitanti, si tratta del 45 per cento anche se il sindaco Stirati e gli assessori non hanno mai reso pubblico il provvedimento assunto che li riguarda sugli aumenti. L’ironia su Draghi in queste ore chiama in causa anche questo.
Di sicuro la vicenda contribuisce ad allargare la forbice di fiducia nei confronti della politica, mai così in basso nell’umore popolare.
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