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Ambiente e lavoro: da Gubbio idee per la transizione ecologica

Un’imminente iniziativa sulla città di Gubbio per presentare una proposta di sviluppo per il territorio del nord est dell’Umbria e rimettere nel giusto binario la discussione sulle tematiche ambientali che coinvolgono le industrie del cemento e sulla sostituzione di combustibile fossile con il Csse. Ad annunciarlo è l’associazione “Nuove Ri-Generazioni Umbria”, nata da un’idea della Fillea-Cgil e dello Spi Cgil per promuovere i temi della sostenibilità nel settore delle costruzioni, coinvolgendo attori e competenze esterne, e che ha già all’attivo iniziative come quella di Campi di Norcia sul tema “Riabitare l’Appennino”.

“Siamo convinti – spiegano dalla Fillea, la categoria che rappresenta i lavoratori dipendenti di aziende edili – che il tema ambientale sia la sfida su cui tutti si devono misurare, anche il sindacato, visti gli indirizzi strategici dell’Europa e gli impegni finanziari dedicati nel Next generation Eu (pacchetto per la ripresa dopo il Covid 19) per garantire una efficace transizione ecologica del sistema produttivo. Una scelta rafforzata dal Governo Draghi con la creazione di un Ministero appositamente creato per raggiungere gli obiettivi di riduzione degli impatti ambientali e di neutralità energetica dai combustibili fossili del nostro sistema produttivo”.

Una discussione che per “Nuove RI – GENERAZIONI Umbria” deve essere orientata alla ricerca di soluzioni in grado di coniugare la priorità della tutela ambientale e della salute, con la tutela del lavoro e la crescita economica: “Raggiungere questo obiettivo non solo è possibile, ma è obbligatorio se si vuole camminare con lo sguardo rivolto al futuro, seguendo l’orientamento ormai maturo di tutte le politiche internazionali, che hanno finalmente abbandonato i modelli liberisti e di austerità a favore di un nuovo modello di politiche pubbliche. L’approccio però deve essere nuovo, quindi basato sul ritrovato protagonismo del ruolo pubblico delle Istituzioni che devono guidare i processi economici e non subirli. In piccolo, nel nostro territorio va fatto esattamente questo: le Istituzioni devono tornare a fare politiche industriali, progettando il nuovo modello di sviluppo, con proposte che siano in grado, partendo dalle vocazioni del territorio e dalle specificità produttive locali, di trasformare e rendere competitivo, efficiente e soprattutto più sostenibile il sistema produttivo attraverso l’innovazione tecnologica e la ricerca applicata alle attività economiche”.

Ma su questo terreno purtroppo viene riscontrato un ritardo, dal momento che i finanziamenti “non pioveranno dal cielo ma verranno intercettati solo attraverso progetti di qualità, coerenti con le linee di indirizzo strategico del PNRR nazionale, verificabili negli obiettivi e nei risultati e soprattutto se promossi con modalità partecipative e quindi ci sentiamo di sollecitare le Istituzioni ad aprire tavoli di confronto sfruttando questa irripetibile opportunità. Noi abbiamo elaborato proposte che vorremmo offrire alla comunità attraverso una iniziativa pubblica che andremo a realizzare a breve a Gubbio. Se sarà questo l’approccio, anche il tema dei combustibili nell’industria del cemento sarà oltrepassato da una proposta che possa garantire nuove tecnologie di riduzione dell’impatto ambientale e per promuovere l’uso di combustibili da fonti rinnovabili, compreso l’idrogeno che è il futuro da costruire oggi”.