Riparte la protesta contro le autorizzazioni per il Css e le attività di incenerimento e smaltimento rifiuti richieste alla Regione dopo che pure la cementeria Barbetti ha depositato l’istanza dopo Colacem e Maio Tech Srl dello stabilimento ex Sirio Ecologica.
I comitati ambientalisti hanno organizzato per domani, sabato 20 marzo, alle ore 15, un presidio nella zona industriale di Padule. “È necessario lasciarsi alle spalle un inverno di fumi – scrivono i comitati in una nota – perché il 21 marzo è primavera. Nel maggio 2020 a Gubbio il Covid ferma i Ceri ma non la richiesta dei cementieri locali di bruciare il combustibile da rifiuti, rifiuto-non rifiuto fatto con i rifiuti, nei loro forni. Nel silenzio dei vicoli e delle strade deserte, che avrebbero dovuto accogliere il fiume umano descritto da Folco Quilici nello storico filmato sulla festa, è esplosa la rivolta di cittadini, associazioni e comitati. Il nome di una città come Gubbio non può essere associata ai rifiuti. Gubbio è storia, tradizione, folclore, artigianato, turismo e tanto altro. L’immondizia non è la sua identità”.
Lo scontro è totale da parte dei comitati, sostenuti da settori della politica pronta a cavalcare gli umori popolari soprattutto per scopi elettoralistici, che rilanciano le accuse: “Sono state divorate montagne, ammorbata l’aria, il suolo, l’acqua e ora si vuole togliere anche la dignità a questa gloriosa città. Se qualcuno avesse pensato che le cementerie Barbetti, per un sussulto di orgoglio, appartenenza e amore verso un territorio e una comunità, avessero rinunciato a presentare l’istanza di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale (Via) per l’utilizzo di Css, purtroppo si è sbagliato”.
Viene fatto riferimento alla richiesta inoltrata martedì scorso da Barbetti, dopo che lo aveva fatto Colacem perché l’istruttoria tecnico-burocratico è stata seguita dagli stessi tecnici consulenti, e si rimarca come l’Unione Europea “finanzierà solo piani di ripresa e resilienza che rispettino il principio do not significant harm, ovvero che non arrechino danno significativo all’economia circolare, alla prevenzione e al riciclaggio dei rifiuti, che non comportino un aumento dell’incenerimento e dello smaltimento che a lungo termine causano accumulo di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo e un danno duraturo dell’ambiente. Bruciare Css brucia la possibilità di nuove opportunità di lavoro in nome di un passato che non tiene conto del futuro delle nuove generazioni. Anche la Maio Tech con sede a Padule nello stabilimento dell’ex Sirio Ecologica ha inoltrato alla Regione la richiesta di Via per lavorazione e stoccaggio di rifiuti anche pericolosi. Dunque Gubbio non lascia ma triplica. Tre facce della stessa medaglia con l’effige dei rifiuti”.
Per i comitati la prospettiva ambientalista sta nell’ecodistretto, il progetto Rifiuti Zero e l’economia circolare.
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