Hanno portato fuori dalla piccola chiesa nella quale viene gelosamente custodita la Statua di Sant’Ubaldo, quella inviata da Gubbio (su iniziativa dell’Associazione “Eugubini nel Mondo”) nel 2013, quindi l’hanno portata a spalle per le strade del piccolo centro di Jessup. E hanno reso omaggio a Patrono in forma semplice, ma quanto mai concreta e tutt’altro che simbolica, nel giorno in cui si sarebbe dovuta tenere la corsa del St. Ubaldo Day, che nella piccola comunità dove trovarono posto gli emigrati eugubini all’inizio dello scorso secolo si tiene ogni anno il sabato precedente al Memorial Day (che cade l’ultimo lunedì di maggio). Quello che non è stato fatto a Gubbio, dove i riti del mese di maggio hanno copiato in tutto e per tutto quelli pensati nel 2020 (quando però la festa del Patrono cadeva dieci giorni appena dopo la fine dei due mesi di lockdown totale), è stato fatto a Jessup, che in modo ordinato e nel rispetto delle regole in atto in Pennsylvania è stata organizzata dalla St. Ubaldo Society una processione dal significato molto particolare. In tanti vi hanno preso parte, quasi tutti vestiti nelle loro divise ceraiole, qualcuno invero indossando una giacca pesante in quanto tutta l’area del nord est americano è stata investita negli ultimi giorni da un’ondata di temperature al ribasso (non troppi chilometri più a nord, cioè a Toronto, si è rivista persino la neve). E al termine della processione hanno intonato “O lume della fede” mentre la Statua veniva riposizionata all’interno della struttura.
LA “SPALLATA”. Nei giorni precedenti al St. Ubaldo Day, Jessup aveva celebrato la ricorrenza promuovendo alcune iniziative nelle scuole locali (alla Valley Wiev Elementary) e anche una prima assoluta di un documentario video dal titolo “Ubaldo”, che racconta il legame tra la città di Gubbio e la comunità locale. La processione è stato il momento culminante, reso possibile anche dal fatto che in USA per tutti coloro che si sono sottoposti al ciclo vaccinale completo è possibile poter stare all’aperto senza particolari norme di distanziamento, né di utilizzo delle mascherine. E per quanto non sia stato possibile proporre la corsa in modo integrale, la “spallata” data alla Statua ha ripagato tanti ceraioli del posto di un anno d’attesa. Magari interrogando qualcuno a Gubbio, dove la Statua è sempre rimasta al suo posto in Cattedrale a partire da due anni a questa parte, che qualcosa in più poteva essere fatto, sempre nel pieno rispetto delle regole e delle normative vigenti.
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