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Ceramica in ginocchio, manifesto per il rilancio. Ma Gubbio non c’è

Nella crisi senza fine legata alla gestione della pandemia, trasformata fin dall’inizio da problema sanitario in un dramma socio-economico, c’è l’allarme lanciato dal settore della ceramica. Indirizzato ai componenti dell’intergruppo parlamentare sulla ceramica artistica e tradizionale, è stato predisposto un manifesto che cerca di indicare la rotta per sostenere concretamente l’artigiano ceramista nelle terre di antica tradizione ceramica prima.

E’ stato firmato da un centinaio maestri titolari di attività storiche che da secoli tengono viva una tradizione unica al mondo e vanto del Made in Italy. Sono coinvolti diversi Comuni e non c’è Gubbio, come segnalato dallo storico ed esperto d’arte Ettore Sannipoli.

I Comuni coinvolti sono Assemini (Cagliari), Calitri (Avellino), Caltagirone (Catania), Castelli (Teramo), Cava de’ Tirreni (Salerno), Cerreto Sannita (Benevento), Civita Castellana (Viterbo), Cutrofiano (Lecce), Grottaglie (Taranto), Gualdo Tadino, Montelupo Fiorentino (Firenze), Nove (Vicenza), Orvieto, San Lorenzello (Benevento), Santo Stefano di Camastra (Messina), Sciacca (Agrigento), Squillace (Catanzaro), Urbania (Pesaro Urbino), Vietri sul Mare (Salerno) e Viterbo.

I sottoscrittori, al motto di “solo la bellezza salverà il mondo“, auspicano il sostegno di nomi del mondo della cultura, giornalismo e comunicazione, imprenditoria, design, arte, associazioni e di quanti hanno a cuore il futuro della ceramica artistica e tradizionale Italiana.