Evasi cinque milioni di Iva con un sistema di frode fiscale particolarmente sofisticato che è stato stroncato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia. Le indagini, condotte dai dalla Tenenza di Gubbio guidata dal luogotenente cariche speciali Franco Nocita sotto il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo, hanno portato allo scoperta di un’organizzazione criminale che agiva da diversi anni nel settore del commercio di pneumatici. Tutto è nato da una verifica fiscale di un operatore all’ingrosso del comprensorio eugubino-gualdese e poi si è allargato il giro.
Nell’operazione “Black Tyres” sono coinvolte complessivamente 25 persone di vari territori per associazione a delinquere finalizzata ai reati di omessa dichiarazione, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Viene ritenuta responsabile di aver simulato operazioni di compravendita tra società con sede in Lussemburgo e svariati intermediari fittizi in Italia. L’attività d’indagine è durata quasi due anni e ha permesso di rilevare come in realtà le gomme provenissero da diversi fornitori italiani e stranieri che consegnavano i prodotti a grossisti sparsi sul territorio nazionale. Si premunivano di distruggere tutta la documentazione di trasporto così da non lasciare traccia degli spostamenti che erano formalmente riconducibili da una società in Lussemburgo.
E’ stato accertato che le gomme non avevano mai percorso la tratta Lussemburgo-Italia e le innumerevoli simulazioni di compravendita servivano soltanto a rendere più difficile la ricostruzione delle attività, così da potere evadere l’Iva e vendere la merce a prezzi oltremodo concorrenziali, senza mai versare quanto dovuto all’Erario con un meccanismo di evasione chiamato “frode carosello”.
I finanzieri, attraverso mirate ricostruzioni effettuate anche tramite strumenti di cooperazione internazionale, hanno appurato come l’organizzato del Granducato fosse in realtà un’impresa da considerare residente fiscalmente in Italia, in quanto completamente gestita da un individuo della provincia di Perugia e individuato undici rivenditori coinvolti nella frode dislocati sul territorio nazionale nonché dieci aziende fittizie, le cosiddette “cartiere” e “filtro” la cui finalità era mascherare le reali operazioni di vendita, anche mediante l’utilizzo di fatture false. Durante le perquisizioni eseguite nel folignate, presso un domicilio individuato attraverso le indagini tecniche, sono stati colti in flagranza di reato due soggetti (coniugi) che operando su altrettante postazioni, attrezzate con pc portatili collegati in rete, erano intenti a creare documentazione fiscale fasulla.
Le Fiamme Gialle evidenziano, nella nota che ricostruisce i fatti, come l’operazione “testimonia l’importanza delle specifiche competenze del Corpo della Guardia di Finanza nel contrasto alle più complesse frodi fiscali, siano esse a carattere nazionale o internazionale, che pongono gli operatori onesti in condizioni di svantaggio e sottraggono ai bisogni della collettività ingenti risorse tributarie”.
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