C’è anche la violazione dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Regione, tra le accuse della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Perugia nell’indagine sull’impianto di compostaggio dei rifiuti di Casone alle porte di Foligno che chiama in causa anche le discariche di Colognola a Gubbio, Belladanza e Sant’Orsola. Lo riferisce oggi il Messaggero.
“E’ una delle contestazioni – scrivono Luca Benedetti e Giovanni Camirri – che vengono fatte ai cinque indagati. Per la gestione di un impianto che, secondo quanto appurato dai carabinieri del Noe dopo l’accesso ispettivo con i tecnici dell’Arpa che in qualche circostanza avrebbe portato in discarica oltre il 90 per cento del materiale che veniva trattato. Con un indice di scarto elevatissimo. Secondo le risultanze dell’indagine del Noe proprio a seguito dell’inefficacia dei trattamenti operati e l’assenza di recupero di materiale, sono stati illecitamente smaltiti in discarica grandi quantità di rifiuti di fatto non trattati. Finiti in gran parte a Sant’Orsola e in parte a Belladanza e a Colognola. L’indagine, inoltre, ha consentito di accertare che le oltre 3.500 tonnellate rifiuti speciali non pericolosi (compost fuori specifica), risultate non conformi per l’accettazione presso le discariche di rifiuti non pericolosi per il parametro indice respirometrico dinamico, un altro passaggio che insieme alle violazioni dell’Aia potrebbe mettere sul piatto anche altre contestazioni. Per la vicenda della gestione dell’impianto di compostaggio di Casone (che secondo gli ultimi dati in mano all’Auri è in attesa del via libera del revamping) sono indagati a vario titolo (ma l’accusa è tutta da dimostrare) il direttore generale di Vus spa all’epoca dei fatti, Walter Rossi, l’allora presidente Maurizio Salari, ex sindaco di Foligno, Paolo Bordichini responsabile tecnico di Casone e di Sant’Orsola, di Roberto Calcabrina responsabile operativo dell’impianto finito sotto indagine e di Massimo Benedetti, altro tecnico. L’inchiesta sul presunto traffico illecito di rifiuti, esplode nei giorni in cui arriva a dama l’intesa sui flussi dei rifiuti per il 2021. L’ultimo accordo è arrivato in cda Auri per San Silvestro e riguarda proprio il sub ambito 3 dopo le barricate di Foligno e Spoleto e anche di Orvieto che non voleva i rifiuti indifferenziati nella discarica de Le Crete. Neanche Foligno, con in testa il sindaco Stefano Zuccarini e Spoleto non volevano Orvieto, ma per questioni di soldi. Troppo lungo il viaggio che poteva pesare sulle bollette Tari. Meglio portarli a Belladanza (Città di Castello) E Borgogiglione(Magione). Alla fine i rifiuti si faranno in 3, qualche cosa rimarrà per Sant’Orsola quasi esaurita e con i viaggi fuori ambito di quantità mediane rispetto a quelle chieste da Foligno e Spoleto. Programmare un’audizione in Seconda commissione con i vertici dell’Auri per fare il punto sulla situazione delle discariche regionali. È quanto chiede, attraverso una lettera indirizzata al presidente Valerio Mancini, il consigliere regionale e membro della stessa Commissione, Michele Bettarelli (Pd) che chiede anche di valutare le conseguenze dell’inchiesta giudiziaria sugli impianti regionali, con particolare riferimento a Sant’Orsola di Spoleto, Colognola di Gubbio e Belladanza di Città di Castello, oltre all’impianto di Casone di Foligno e la prospettiva della gestione dei rifiuti umbri. La richiesta del consigliere Dem nasce da notizie circa l’indagine che avrebbe rivelato una gestione discutibile del ciclo dei rifiuti nell’ex Ato 3. In particolare – spiega – le questioni emerse circa il conferimento in diverse discariche regionali di rifiuti con caratteristiche difformi da quelle per le quali i rifiuti possono essere conferiti in discarica. Uno degli oggetti relativi all’inchiesta – osserva Bettarelli – sembra essere lo smaltimento non adeguato dell’organico e che se lo stesso fosse utilizzato come compost, anche per usi agricoli, potrebbe causare effetti estremamente gravi sia per l’ambiente che per la salute.
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