Pendeva dai suoi gol il Gubbio che risalì in Serie D nel 1964-65, così Marcello Cagnazzo ha lasciato l’impronta del bomber di razza mai dimenticato dalla tifoseria rossoblù, tanto da essere inserito nella squadra del secolo in occasione del novantesimo anniversario del club. Se n’è andato a Perugia, dove viveva nella zona di Madonna Alta, lasciando la moglie Maria, i figli Massimo e Maurizio, con i nipoti Lorenzo, Marco, Filippo (centrocampista) e Daniele che fa il portiere e lo ricorda così: «Il suo era un calcio d’altri tempi, dove le chiacchiere non contavano e lasciavano spazio ai gol.
E’ stato il bomber umbro di tutti i tempi». Carattere e personalità, baricentro basso, forte rapidità, destro e sinistro, botte tremendo verso la porta avversaria: questo era Cagnazzo con i 749 gol segnati in carriera, di cui 38 in 34 gare di un solo campionato. Avrebbe compiuto 83 anni il prossimo 30 luglio. Lega il suo nome a un periodo importante: nel ’64 era infatti approdato al Gubbio in Promozione, il massimo livello regionale dell’epoca. Il bilancio è stato di 65 gol segnati in tre stagioni (con un intermezzo a Foligno), che hanno fatto di lui il miglior marcatore nella storia del Gubbio guidato dal commendatore Pietro Barbetti (nella foto è accanto a Barbetti, presidente di lungo corso del club).
Si ricorda un siparietto con Pablito Rossi, approdato al Perugia, quando venne presentato come il più prolifico attaccante umbro di sempre. Rossi sorrise e Cagnazzo ribatté simpaticamente: «Per fare gol da dove ci riuscivo io, a te servono tre tiri». Ha giocato fino alla Serie C, ha vestito anche le maglie di Montevarchi, Sansepolcro, Nestor. E’ stato in seguito allenatore, ricordando le esperienze con la Nestor, il Panicale e la Juventina San Marco. Il cordoglio è stato espresso dal presidente Sauro Notari e da tutte le componenti del club rossoblù sul sito ufficiale e i social.
I funerali si svolgeranno domani, lunedì 29 giugno, alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di San Barnaba in via Cortonese.
Ha raggiunto un altro ex che ha lasciato il segno come Vincenzo “Fucilino” Pasqua, morto settantaseienne nel marzo scorso vittima del coronavirus, che fece coppia in attacco con Claudio Cagnazzo, nipote di Marcello.
