Operazione antidroga dei Carabinieri della Compagnia di Gubbio tesa a smantellare lo spaccio di sostanze stupefacenti. Coinvolti albanesi, italiani e cubani, principalmente nel territorio del Comune di Gualdo Tadino e Gubbio, ma delle Marche. L’indagine, condotta con gli agenti della Stazione di Gualdo Tadino, ha avuto inizio a marzo e si è conclusa questa mattina con l’esecuzione di tredici provvedimenti cautelari emessi da parte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia. L’indagine si concludeva con la denuncia all’Autorità Giudiziaria di diciotto persone, tredici emissioni di ordinanza cautelari, di cui sette in carcere, cinque agli arresti domiciliari e un divieto di dimora in Umbria. Nel complesso l’attività portava al sequestro di 2,3 chili di cocaina e di 75mila euro in contanti.
L’articolata manovra investigativa, coordinata dalla Procura di Perugia, trae origine dall’individuazione di un 25enne pusher di nazionalità cubana, residente da anni a Gualdo Tadino, che riforniva di sostanza stupefacente del tipo cocaina giovani, ma non solo, del territorio. Attendeva gli acquirenti presso una sala giochi dove effettuava lo scambio con una stretta di mano. L’attività tradizionale di osservazione di quell’esercizio ha permesso di effettuare alcuni riscontri riguardanti alcuni assuntori della zona con sequestro di modiche quantità di sostanza stupefacente appena acquistata, ma anche di capire che quello era il luogo di spaccio anche di altri due soggetti, il fratello 32enne e un ragazzo albanese 24enne, che cedevano cocaina con le medesime modalità.
La telecamera successivamente installata per documentare lo spaccio ha evidenziato in maniera chiara il collegamento dei tre e la mole di “clienti” di questo mini market all’aperto. Numerosi, infatti, sono stati gli acquirenti identificati con tale ausilio tecnico.
Le intercettazioni telefoniche hanno consentito di certificare il rapporto fra i tre e che il ragazzo albanese era colui che riforniva anche gli altri due. L’indagine si è quindi focalizzata su quest’ultimo soggetto anche con varie ed articolate metodiche di approfondimento investigativo. E’ proprio questa attività che ha permesso agli inquirenti di ricostruire la fitta rete di relazioni che il ragazzo albanese aveva con parenti della zona, tutti coinvolti nella attività di spaccio. In particolare è emerso che il giovane era colui che aveva i contatti per l’approvvigionamento della cocaina, e che nel tempo stava instradando zii e cugini all’attività di spaccio al dettaglio per suo conto, mantenendosi i maggiori clienti. Complice la chiusura della sala giochi, l’attività di spaccio è divenuta dinamica, i pushers raggiungevano luoghi isolati dove, previo contatto telefonico, si incontravano con gli acquirenti.
La cocaina in dosi veniva trasportata all’interno di un calzino, che occultavano in vani nascosti all’interno del cruscotto delle auto, oppure lasciata in punti precedentemente individuati per poi essere recuperata. In questo contesto venivano rinvenuti 20 grammi di cocaina imbustata sottovuoto lasciata all’interno del bagno di un bar. Settimanalmente il giovane 24enne provvedeva a riscuotere le ingenti somme ricavate che venivano investite, unitamente alla fidanzata, per l’acquisto della cocaina, in parte reinvestite in Albania. Fedelissimo del giovane un ragazzo italiano 25enne di Gualdo Tadino, anche lui arrestato, che fungeva da autista e, in maniera autonoma, compiva cessioni. Nel corso del tempo, il sodalizio ha notevolmente accresciuto il volume d’affari giungendo a smerciare fino a circa chili di cocaina al mese con un ricavato di oltre 100mila euro, monopolizzando praticamente il mercato eugubino-gualdese.
Successivamente, l’attività tecnica permetteva di risalire al canale di approvvigionamento della sostanza stupefacente, che giungeva dapprima dal bresciano e poi dal circondario fiorentino. In tale contesto, nei giorni scorsi, veniva tratto in arresto in flagranza di reato un corriere, che nell’occasione recapitava due chili di cocaina, portando anche al sequestro di 68mila euro in denaro contante quale corrispettivo, mentre un altro corriere è stato tratto in arresto in data odierna in quanto destinatario di misura cautelare.
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