È forse una delle ultime città in cui si celebra una ricorrenza tanto lontana, quanto significativa per la storia dello Stato Italiano. Il Campanone suona ancora a distanza di 148 anni nel giorno in cui si ricorda la “Breccia di Porta Pia”, il momento in cui l’esercito regio dei Savoia entrò ufficialmente a Roma mettendo fine al potere temporale dello Stato Pontificio, e di fatto completando l’unità d’Italia con l’annessione di quella che diventerà in seguito la capitale dello Stato. Alle 7 in punto i campanari sono saliti sulla torretta di Palazzo dei Consoli ed hanno svegliato la città con i rintocchi inconfondibili che solo la “voce” della città di Gubbio sa effondere in tutto il territorio. Alle 12 è prevista la seconda sonata, intorno alle 19 (quindi al tramonto) la terza e ultima della serie. Il 20 settembre è annoverato tra le 27 giornate all’anno in cui il Campanone viene suonato: l’ultima fu il 15 agosto, la prossima sarà il 30 ottobre in occasione del compleanno del Campanone (l’attuale campana venne issata nel 1769).
FESTA ANTICIPATA. Il Campanone, secondo alcune ricostruzioni, nel 1870 suonò a festa già alcuni giorni prima dell’ingresso delle truppe dei Savoia a Roma: con la presa di Civitavecchia, avvenuta il 16 settembre, la voce si sparse rapidamente in tutto il Regno d’Italia al punto da suggerire già alle città di comunicare la notizia dell’ormai quasi avvenuta presa di Roma a tutti i cittadini. Peraltro alla “Breccia di Porta Pia” parteciparono una quindicina di soldati eugubini, che vennero celebrati per l’ardore e il coraggio mostrati durante una delle campagne più significative della storia italiana. Nonostante dal 1930 la festa per la ricorrenza di tale evento è stata abolita dopo la firma dei Patti Lateranensi, a Gubbio questa tradizione è rimasta radicata nel tempo. Caso più unico che raro, ma se ciò serve a sentire una volta di più i rintocchi dell’amato Campanone certamente a nessun eugubino verrebbe mai in mente di adeguarsi ai canoni nazionali.
DON ARMANDO E LA BANDIERA. Tra i campanari è immancabile la presenza di don Armando Minelli, che per l’occasione è salito sulla torretta di Palazzo dei Consoli imbracciando una bandiera tricolore e sventolandola durante la sonata. Loris Ghigi l’ha immortalato e sui social il successo è stato immediato.
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