Dieci anni a volte possono sembrare un lasso di tempo indefinito. A volte anche meno. Ciò che conta, però, è chiudere bene lo scrigno dei ricordi e custodirli quanto più gelosamente possibile. Almeno 3.000 eugubini (per i dati ufficiale 2.624, ma quel giorno a Serravalle ce n’erano di più) lo fanno proprio da una data a loro tanto cara: 13 giugno 2010, il giorno in cui le porte della C1 si spalancarono per la prima volta davanti ai colori rossoblù. Una festa di popolo, iniziata al mattino con un’autentica carovana che prese la via della Repubblica del Titano, proseguita poi fino a tarda notte con un autentico bagno di folla per le vie del centro storico. Fu quella la realizzazione di un sogno, un piccolo capolavoro orchestrato da Vincenzo Torrente e dai suoi ragazzi, oltre che da chi li accompagnò nelle vesti di direttore sportivo (Stefano Giammarioli) e di responsabile dell’area tecnica (Gigi Simoni). Sono trascorsi dieci anni: per qualcuno sembra ieri, per altri semplicemente un’eternità fa.
UN FINALE DA SOGNO. Quel giorno a San Marino il Gubbio seppe coronare un finale di stagione da le mille e una notte. Sette vittorie nelle ultime 7 gare disputate, con i tre successi a chiudere la stagione regolare contro Giacomense (1-0 firmato Gomez: quel giorno, a Masi San Giacomo, c’erano appena 5 eugubini sugli spalti: tra questi l’attuale presidente Sauro Notari, all’epoca peraltro fuori da qualsiasi quadro dirigenziale), Prato (1-0 firmato Marotta su rigore) e Poggibonsi (2-0, Boisfer e Casoli) e le quattro perle nella cavalcata play-off. In semifinale arrivò il doppio 2-1 al Fano, firmato all’andata dall’autorete di Cacioli e dal gol di Casoli e al ritorno ancora dall’acuto dell’esterno offensivo, seguito a poca distanza da Gomez. Quindi, in finale, altro doppio risultato fotocopia, stavolta 2-0 contro un San Marino che pure, classifica alla mano, partiva coi favori del pronostico. All’andata al “Barbetti” furono i gol di Rivaldo e Gomez a chiudere i conti, a Serravalle il cucchiaio di Marotta e l’ennesimo acuto di Casoli (che su 11 reti stagionali ne firmò 3 ai play-off) contirbuirono ad archiviare la pratica davanti a un’intera tribuna colorata di rossoblù. Per quanto la promozione in B dell’anno seguente resti una vetta mai più toccata nella storia calcistica eugubina, certo la vittoria a San Marino è rimasta nel cuore di tutti. Non a caso anche di recente è stata scelta come la gara più indimenticabile di sempre.
DIFESA DI FERRO. Dieci anni sono un tempo abbastanza lungo per voltarsi e provare a scoprire dove sono finiti i protagonisti di allora. Alcuni di loro sono ancora in attività, a cominciare dal portiere Eugenio Lamanna, classe 1989, fresco di promozione in B col Monza del gruppo Fininvest. Nel quartetto difensivo figurava Matteo Anania, classe 1984, che ha appeso gli scarpini al chiodo un paio di anni fa dopo l’ultima esperienza con l’Arbedo, nelle serie minori svizzere, e oggi fa il broker assicurativo potendo contare su tanti calciatori tra i suoi clienti. Ivan Marconi, classe 1989, assieme a Lamanna ha centrato la promozione in B con il Monza mentre Marco Briganti, classe 1982, nell’ultima stagione ha vestito la maglia del Bastia in serie D dopo 14 anni di campionati professionistici (fino a un anno fa giocava alla Vis Pesaro). Emanuele Gaggiotti, classe 1988, a Serravalle fu schierato per necessità terzino sinistro a causa dei tanti infortuni (Farina, Bruscagin e Allegrini): nell’ultimo biennio ha vestito la maglia del Sassoferrato Genga in Eccellenza marchigiana dopo aver giocato anche in Toscana e nei dilettanti umbri tra D ed Eccellenza.
QUALITÀ E QUANTITÀ. Nel terzetto di centrocampo a destra giocava il capitano Alessandro Sandreani (classe 1979): chiusa la carriera da calciatore nel 2013, dopo aver fatto esperienze di osservatore per Cremonese e Gubbio ha allenato la Berretti rossoblù, quindi salvato la prima squadra nel 2018, poi l’ha guidata per alcuni mesi nella stagione successiva e nell’ultima annata è sceso in Eccellenza alla guida dell’Angelana, società con la quale ha chiuso il rapporto giusto un paio di giorni fa (ma non gli mancano proposte per ripartire, anche in D). Rodrigue Boisfer, classe 1981, metronomo della mediana, ha concluso la carriera nel 2017 nell’Eccellenza ligure, a Rapallo. Dalla scorsa estate è vice allenatore di Gennaro Volpe all’Under 17 dell’Entella, e salvo sorprese seguirà il tecnico nella prossima annata in sella alla Primavera. Decisamente più complesso riuscire ad avere informazioni su Rivaldo Gonzales Kiese (classe 1987), la mezzala paraguayana estro e fantasia: l’ultima squadra in cui ha giocato è il General Diaz, formazione della prima divisione del proprio paese, ma si parla di stagione 2016. Da allora di lui si sono perse le tracce.
ATTACCO A MITRAGLIA. Decisamente più semplice rintracciare le tre bocche da fuoco di allora. Giacomo Casoli, classe 1988, visse un’annata super che gli permise poi di restare a buoni livelli per diverse stagioni. Ancora oggi è protagonista e titolare a Catanzaro, in C, dopo che la sua seconda parentesi eugubina si è chiusa senza troppa gloria nella prima metà della stagione 2018-19. Stessa sorte per Alessandro Marotta, classe 1986, che a Vicenza ha conquistato nell’ultima annata l’ennesima promozione di una carriera che da allora si è sviluppata sempre tra Serie C e B e in piazze prestigiose (Benevento, Bari, Grosseto, Siena, Catania e appunto Vicenza). Juan Inacio Gomez Taleb (classe 1985) a Gubbio è tornato invece lo scorso ottobre e a piccoli passi è tornato ad essere quel punto di riferimento che fu nel biennio magico del doppio salto dalla C2 alla B, anche se la vera esplosione arrivò proprio nella stagione 2010-11 con 18 reti e prestazioni di mirabile bellezza (non a caso pochi anni dopo fece bene anche in A a Verona). Casoli (11), Marotta (21) e Gomez (5) arrivarono a firmare qualcosa come 37 reti sulle 48 complessive di squadra in 38 gare disputate.
GIOVANI SOGNATORI. Nella lista dei 18 di quel giorno, condizionata da assenze in quantità industriale, facevano parte tanti giovani. Non entrarono in campo il secondo portiere William Marinelli, classe 1990, nell’ultima stagione in forza all’FC Paradiso nella quarta divisione svizzera, né Pasquale Rea, classe 1991, difensore che ha smesso presto col calcio e oggi fa il preparatore atletico (fino a novembre era in Serie D al Gelbison). E ancora Mattia Chiappetta, classe 1992, difensore che ha appena vinto il campionato di Prima Categoria girone A calabrese con la maglia del Villaggio Europa, e Federico Duranti, classe 1991, che fa l’attaccante e milita nella Pietralunghese, la squadra del suo paese. Il primo a subentrare (al posto di Anania) fu Max Taddei, classe 1991, centrocampista di cui all’epoca si diceva un gran bene ma che in rossoblù non ha lasciato traccia. Ha raccolto poi oltre 120 presenze in C, ma da quattro anni è titolare alla Sanremese in Serie D. Mattia Bertinelli, classe 1990, a Serravalle subentrò nel finale a Gomez: era un attaccante rapido e tecnico di cui si diceva un gran bene e visse il suo momento di gloria poche settimane dopo segnando al Torino nel memorial Mancini, ma da lì non seppe ripetersi e da anni è finito a giocare nei tornei minori locali, l’ultimo disputato con la maglia del Real Padule. C’è chi poi in rossoblù ha giocato appena una ventina di minuti, scegliendo però la gara più iconica di sempre: Alessandro Gaggiotti, classe 1991, sostituì uno stremato Emanuele Gaggiotti prendendo posto sulla fascia sinistra. Oggi è un’istituzione a Branca, dove milita da 7 stagioni e dove si è specializzato sia come rigorista, sia come autentico pendolino sulla fascia, riconquistando l’Eccellenza nell’ultima annata.
L’ARMATA DEI DIFENSORI. Come detto, quel giorno a Serravalle erano tanti gli assenti, tutti per infortunio. A cominciare da Simone Farina, classe 1982, all’epoca “semplice” laterale mancino facilmente riconoscibile per la sua folta chioma bionda. Saltò l’ultima parte di stagione per via della rottura del crociato del ginocchio destro, tanto che nelle foto dei festeggiamenti si vede con le stampelle d’ordinanza. La vita di Farina cambiò due anni dopo per via della vicenda legata al tentativo di combine operato da un suo ex compagno ai tempi delle giovanili della Roma. Da un anno e mezzo Simone è a Leeds, club di proprietà dell’italiano Andrea Radrizzani (patron di Eleven Sports), dove ricopre il ruolo di direttore e supervisore dei giocatori in prestito. Andrea Fiumana, classe 1975, era uno degli elementi di maggiore esperienza a disposizione di Torrente, col quale però andò presto in rotta di collisione. Da anni è impegnato con l’AIC ed è molto impegnato nella gestione dei rapporti di lavoro dei calciatori in tutte le categorie. Matteo Bruscagin, classe 1989, all’epoca non sembrava potesse avere tanto credito, e invece col tempo è maturato e dopo i 25 anni ha conosciuto ribalte importanti, collezionando numerosi campionati di Serie B e scendendo la scorsa estate a Vicenza, dove ha subito riconquistato la serie cadetta. Restando al martoriato reparto difensivo ci si ricorda anche di Giacinto Allegrini, classe 1989, jolly difensivo che non arrivò a giocare 20 gare, ma che si è ritagliato una discreta carriera tra C e D e nell’ultima stagione ha militato nel Taranto in Serie D. In più Davide Antonini, classe 1990, a sua volta difensore multiuso: da allora ha sempre militato nei tornei umbri, nell’ultima stagione in Promozione a Casa del Diavolo.
GOLEADOR A METÀ. In avanti il titolare a inizio stagione rispondeva al nome di Alessandro Corallo, classe 1978, a sua volta entrato ben presto in rotta di collisione con Vincenzo Torrente. Realizzò una rete contro il San Marino a inizio stagione in un contestatissimo ko per 2-1, poi uscì dal radar e a novembre dovrebbe fermarsi per via di un problema di salute. Di fatto non tornò più in campo, passando poi l’estate successiva al Perugia che ripartiva dalla D. Corallo ha chiuso la carriera nel 2013, poi ha continuato a giocare nei campionati UISP e negli ultimi anni è diventato allenatore in Puglia, con l’ultima esperienza all’Atletico Aradeo (Promozione) chiusa nel dicembre 2019. Di quell’attacco faceva infine parte Leonardo Perez, classe 1989: a lui si rimproverava il fatto di non essere troppo prolifico, ma riuscì a firmare 4 reti e nel corso della carriera è cresciuto a piccoli passi, ritagliandosi tre annate importanti in B ad Ascoli e andando in doppia cifra nell’ultimo torneo in C alla Virtus Francavilla, in sole 25 gare disputate.
IL SORRISO DI GIGI. Guardando allo staff tecnico, il tempo sembrerebbe non essersi proprio fermato: Vincenzo Torrente, Romano Mengoni (appena guarito dal coronavirus), Giovanni Pascolini, Andrea Rosetti, Giangiacomo Corbucci e Michele Barilari sono tutti tornati alla base. Incluso Stefano Giammarioli, mentre Luciano Ramacci non se n’è mai andato, a differenza di Giuseppe Pannacci che si è dimesso lo scorso ottobre. Anche Marco Fioriti, all’epoca presidente, da anni è fuori dal giro: nel 2014 passò il testimone a Notari e da allora è uscito dal calcio, mettendo tutte le energie sulle proprie attività. Ma l’assenza che fa più rumore, inutile dirlo, è quella di Gigi Simoni, scomparso lo scorso 22 maggio dopo che da quasi un anno lottava fra la vita e la morte a causa di un ictus. Rivederlo oggi, a distanza di dieci anni, felice e sorridente come un bambino davanti a quella folla di tifosi presente a Serravalle è un’immagine che stringe il cuore. Un’istantanea che dà l’idea di quanto speciale fu quel giorno per tutta la comunità eugubina.
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