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Cero in ospedale, verifiche per i provvedimenti tra le polemiche. Il sindaco gualdese Presciutti contestato

L'iniziativa festosa all'interno dell'ospedale di Branca il 15 maggio

Non si placa lo scontro tra Gubbio e Gualdo Tadino acceso dagli interventi del sindaco gualdese Massimiliano Presciutti prima con la famigerata ordinanza bocciata dal prefetto per vietare i trasferimenti verso le due città, dopo gli assembramenti del 15 maggio in corso Garibaldi e a San Martino, e poi per la richiesta di provvedimenti sull’iniziativa del piccolo Cero portato in ospedale. Presciutti ha chiesto verifiche e provvedimenti disciplinari nei confronti delle operatrici sanitarie eugubine che hanno inscenato, con un Cero in miniatura, un omaggio ai Ceri annullati nelle corsie dell’ospedale di Branca.

Ci sarebbero otto persone coinvolte nella vicenda sollevata da Presciutti che ha parlato di simulazione “della corsa dei Ceri con tanto di musica in sottofondo nel pronto soccorso di un ospedale non è stato di cattivo gusto: forse un po di più. Mi hanno fatto male le immagini di scene incomprensibili e gravi all’interno dell ospedale. Non si può, in servizio e in piena pandemia, correre in corsia con un Cero seppur in miniatura. Non è accettabile che si usino gli altoparlanti dell ospedale per mandare a tutto volume la musica della festa. Anche in questo caso occorrono provvedimenti esemplari che ovviamente non competono a me. Tutto ciò non può in alcun modo essere tollerato”.

Sui social si sono scatenate ormai da giorni le reazioni eugubine, mentre da Gualdo non ci sono commenti, tutte schierate dalla parte dell’iniziativa ritenuta innocente e senza alcun intento di infrangere chissà quali leggi. “Sono rimasto colpito in negativo – ha commentato Stirati le iniziative di Presciutti -, trovo poco garbo istituzionale in quello che è stato fatto dal mio collega gualdese. Lui ha ragione a preoccuparsi della salute di Gualdo Tadino, ma certamente io non lo sono meno di lui per i miei concittadini. Ricreare divisioni è stupido rischierebbe di riportarci indietro di millenni: non vorremmo ritornare alle tavole eugubine o ai tempi delle undici città nemiche”.