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Vigili urbani, il giallo dell’identificazione e l’autocertificazione. Battaglia anche sul video

Corso Garibaldi nel pomeriggio del 15 maggio

Si aggiungono altri elementi alla controversa vicenda del 15 maggio a Gubbio con gli assembramenti, in corso Garibaldi al pomeriggio e in piazza San Martino al mattino, da cui sono scaturite denunce, sanzioni e quarantene. Molto ruota attorno alle cinque notifiche inoltrate dal comando della Polizia Locale alla Procura della Repubblica di Perugia sui fatti che hanno visto coinvolto un vigile urbano, il quale ha girato un video con il cellulare poi finito sui social in una catena senza fine con le indagini chiamate a chiarire i vari passaggi. Si pone un problema di privacy tanto nella realizzazione avvenuta a distanza ravvicinata quanto soprattutto nella veicolazione. Il vigile urbano avrebbe inoltrato soltanto ai suoi superiori il video, che poi sarebbe finito anche nelle chat degli amministratori comunale fino a raggiungere un’infinità di persone. Il responsabile del servizio di Polizia Locale, Elisa Floridi, non ravvisa questioni legate alla privacy e si vedranno gli sviluppi pure su questo fronte.

Il magistrato valuterà i contenuti delle notifiche a carico di cinque persone con le indiscrezioni che vogliono come ipotesi di reato l’aggressione e l’oltraggio a pubblico ufficiale, oltre al mancato rispetto delle norme di sicurezza anti-coronavirus. I concitati momenti si prestano a svariate interpretazioni e la ricostruzione dei fatti sarà complessa, se e quando approderà in un’aula di tribunale. Nel passeggio della folla in corso Garibaldi nel video circolato si vedono anche minorenni e persone con la mascherina e distanziate. Si discute – ed è materiale in mano ai legali dei cittadini coinvolti – sul fatto che gli agenti delle forze dell’ordine non avrebbero proceduto ad alcuna identificazione né alla richiesta di autocertificazione delle persone presenti e il cui comportamento è stato oggetto di censura.

Fanno discutere, infine, i ristretti tempi di azione per redigere le notifiche alla procura perugina e i verbali sanzionatori. Si parla di ipotetici vizi di forma e di una velocizzazione dei tempi che rischia di innescare reazioni a catena con una battaglia legale senza precedenti. La Polizia Locale ha ritenuto di agire nei tempi e modi che ha ritenuto più opportuni.