Cosa ne sarà dell’anno scolastico? E degli esami di maturità? Oggi La Nazione riserva un focus all’argomento. Di certo – viene evidenziato -, se dovesse andare in porto la proposta del ministro all’Istruzione Lucia Azzolina, quella del 2020 passerà alla storia come la Maturità smart dell’emergenza, in quanto saranno soltanto i professori interni a valutare il grado di preparazione degli alunni. Come ipotizzato dal ministro, infatti, niente commissari esterni a comporre le commissioni, escluso il presidente che avrà soltanto il ruolo di notaio per controllare la correttezza delle procedure.
In Umbria già nel 2016 fu messa in atto questa pratica per i territori flagellati dal terremoto. Andando più lontano negli anni, anche durante il ministero Moratti la Maturità si faceva soltanto con i membri interni. Anche il comparto istruzione, come gli altri, sta comunque navigando a vista. I presidi umbri, così come in tutta Italia, non sanno che pesci prendere.
Il grande dilemma resta: la data di un possibile rientro in classe, e dunque un calendario certo per fissare l’inizio degli esami di stato. Tra le testimonianze raccolte dall’edizione umbra del quotidiano toscano c’è quella di Maria Marinangeli, dirigente del polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” di Gubbio: “Voti, ammissioni, giudizi: in questo periodo di didattica sospesa c’è un situazione difforme da regione a regione, ma non sono questi gli aspetti rilevanti. Alcune colleghe del resto d’Italia, con le quali mi confronto spesso in chat, mi ricordano che al nord ancora si muore. Le famiglie sono stremate, lottano per sopravvivere, vedono spegnersi i propri cari e gli esami di stato passano in secondo piano. Tornando all’atto pratico, quella degli esami è una fase tutta da strutturare e che per forza di cose dovrà essere codificata da un decreto. Come la vedo? Una Maturità della solidarietà”.
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