La nona deve diventare la sinfonia della prima vittoria. Non può essere diversamente per il Gubbio che domani affronta al “Barbetti” il Carpi (ore 15). Federico Guidi punta a spezzare l’incantesimo dopo sei pareggi, di cui gli ultimi tre consecutivi, e due sconfitte. Non ci saranno Maini squalificato, El Hilali (infortunato) e Cenciarelli (indisponibile), mentre Bacchetti fa tutto il possibile per smaltire un attacco febbrile.
“La squadra deve avere equilibrio – dice Guidi in conferenza stampa -, molte volte non l’abbiamo avuto. Era fisiologico passare nei momenti di discontinuità anche nella stessa partita. I ragazzi stanno assimilando i concetti, ci stiamo esponendo in modo minore rispetto alle precedenti partite. Benedetti ci ha dato più esperienza e solidità in mezzo al campo. Nelle ultime prestazioni ha dato solidità. Maini è squalificato e ho dei dubbi soprattutto nel reparto avanzato con giocatori che mi hanno difficoltà”.
Ha mai pensato di cambiare modulo come fece per esempio Galderisi la stagione scorsa a Monza in un momento delicato?
“Non credo ai sistemi di gioco standardizzati. Nel calcio di oggi non si può vedere una squadra statica ma dinamica. Ci si muove a seconda delle situazioni sul campo. Qualche volta cambiamo in partita, costruiamo e ci difendiamo in modo diverso anche in rapporto ai nostri avversari. Conta il dinamismo e non il disegno tattico o etichettare la squadra solo da un punto di vista numerico. Ce la stiamo giocando con tutti e vorrei che venisse la conferma anche dal risultato pieno”.
Quanto è difficile questa partita?
“Il Carpi è retrocesso dalla Serie B ed è costruito per giocarsi la categoria superiore. Questo non ci deve mettere timore, del resto contro avversari di altissimo livello abbiamo fatto bene. Abbiamo cercato la vittoria anche a Reggio Emilia. Siamo consapevoli di affrontare un avversario di alto livello. Vediamo da una buon periodo di lavoro, vedo un furore agonistico diverso. C’è la volontà generale di cercare di dare qualcosa in più per cercare di raggiungere la vittoria che fin qui non è arrivata per tante ragioni”.
E’ passato dall’esperienza dalle giovanili alla dimensione professionistica: se l’aspettava così?
“Sapevo delle difficoltà perché mi ero confrontato con allenatori più esperti. Ho trovato tuttavia quello che mi aspettavo, sapevo di dover pagare lo scotto perché ci sono le situazioni legate soltanto al risultato. E’ cambiato il mio obiettivo, prima era finalizzato a far crescere i giocatori e ora alle partite. L’ho capito a Trieste con quel finale di partita che ci è costato il risultato, avrei dovuto strillare. Quando non si riesce a vincere bisogna essere abili a non perdere. In queste ultime partite l’abbiamo fatto, come a Reggio Emilia”.
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