Divisa rossoblù con tanto di cravatta nella calura. Federico Guidi si è presentato. L’aspetta un matrimonio a Firenze dopo il primo contatto con l’ambiente. Ha parlato a ruota libera, annunciando con il presidente Sauro Notari che gli allenamenti con le visite mediche e i test cominceranno il 15 luglio per poi andare in ritiro dal 22 luglio al 3 agosto al Park Hotel “Ai Cappuccini”. Il nuovo tecnico del Gubbio è motivatissimo: “Mi ritengo un allenatore fortunato. Volevo Gubbio al di là dei colloqui. Nella testa di lasciare le giovanili c’era già da tempo. Dopo un anno in Nazionale con l’Under 20 era una situazione prestigiosa e formativa, ma venivano meno le motivazioni più forti. Mi mancava sostanzialmente il campo. C’era la volontà già forte di cimentarmi con gli adulti. Ci siamo qualificati con l’Under 19 e le date non permettevano di conciliare. La chiamata del Gubbio non mi ha fatto esitare. Lasciare un campionato europeo per il Gubbio già merito la patente da matto nella città dei matti. Volevo mettermi in discussione nei campionati professionistici”.
Gioca con il 4-3-3?
“Non mi piacciono i numeri. La staticità dei moduli. Se devo disegnare la squadra sul foglio ma sul campo ci difenderemo e attaccheremo in modo diverso. E’ la base di partenza. Dovremo lavorare per cercare di esaltare le caratteristiche di ogni singolo giocatore. Intendo far rendere ogni calciatore al massimo delle sue potenzialità. Dobbiamo divertirci e divertire. Adoro i giocatori tecnici, se vogliamo essere protagonisti e avere la palla direi che l’abilità tecnica è una discriminante”.
Cosa conosce e come si approccia alla Serie C?
“Conosco tanto, i due anni di Nazionale mi hanno portato a vedere una moltitudine di partite dalla Serie A alla C e le giovanili. Mancando la quotidianità del campo, ho girato molto e visto. Sfido chiunque ad aver visto più partite di me, ho avuto modo di vedere anche il Gubbio che era una squadra di qualità. L’approccio sarà quello di avere grandissimo entusiasmo, vorrei portarlo allo stadio con una città intera a spingere la squadra come negli anni passati. Creare un’identità forte che porterà il Gubbio a giocarsi la partita su ogni campo. Mi piace un calcio propositivo anche per le esperienze avute, cercheremo di essere aggressivi. Il girone sarà motivante, non ci sarà paura ma dovremo affrontare anche squadre con più budget e nome altisonante da fronteggiare a viso aperto. Sognare non fa male. Salvezza da raggiungere prima possibile”.
Cambierà molto?
“Spetta innanzitutto alla società. Sappiamo da quale base partire e dove arrivare per sviluppare le idee. Sono diversi i calciatori che mi piacciono, che mi intrigavano l’anno scorso. Qualcuno resterà, stiamo lavorando. Né rivoluzione né zoccolo duro. Vedremo quanti rimarranno, è prematuro fare i numeri”.
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