L’hanno vista di prima mattina camminare ieri da sola nel centro storico, poco distante dalla casa via Cristini dove Maria Graziella Fioriti mercoledì pomeriggio ha ucciso il marito Ezio Bei Angeloni con una serie di coltellate. L’hanno vista girare non avendo a suo carico misure cautelari, in attesa del completamento delle indagini gestite dal pubblico ministero Manuela Comodi della Procura della Repubblica di Perugia. La signora Fioriti, 76 anni e un passato da impiegata all’ufficio postale cittadino, ora sta nella casa del figlio Piergiorgio a Madonna del Ponte, visto che l’appartamento di via Cristini è stato posto sotto sequestro per gli accertamenti. Il corpo di Enzo, che aveva 79 anni e dopo una lunga esperienza da imprenditore edile era da tempo gravemente malato, costretto a sottoporsi a una continua ossigenoterapia, si trova a Perugia per l’autopsia che verrà eseguita al Silvestrini oggi a mezzogiorno dalla dottoressa Marta Bianchi. I colpi sarebbero stati inferti al torace e, probabilmente quello mortale, alla base del collo.
La donna viene assistita dai legali Claudio Fiorucci e Luigi Santioni. “La misura cautelare tiene conto dell’età – spiega l’avvocato Santioni – essendo prevista oltre i settant’anni solo per casi particolari. Non sono stati ravvisati il pericolo d’inquinamento delle prove e di fuga e la reiterazione del reato. Ora si vedranno i riscontri dell’autopsia e quindi il completamento delle fase d’indagine senza poter stabilire i tempi. La vicenda rientra in dinamiche familiari nella quali è sempre difficile entrare e che vanno oltre le apparenze, causate dalla condotta del marito che era un padre padrone molto duro con i familiari. La signora è debilitata con un accentuato calo di peso nell’ultimo anno”. Santioni riprende l’interrogatorio in caserma a Gubbio: “Ha risposto alle domande del magistrato e ricostruito gli eventi a grandi linee, non sapendo indicare nel particolare i suoi comportamenti. Ricorda che il marito si è coricato dopo l’ennesima lite, avvertendola che l’avrebbe strozzata dopo aver riposato. A quel punto sarebbe andata in cucina, preso un coltello e colpito l’uomo”. I rapporti sono peggiorati nel tempo: “Era così da quando il marito era andato in pensione e stava tutto il giorno a casa. I litigi erano continui, sia con la moglie sia con il figlio. Lei ha descritto episodi di umiliazione e comportamenti dispotici”.
In caserma c’era anche il figlio cinquantaduenne Piergiorgio, rientrato a casa dopo l’accaduto e sopraffatto dallo spavento. Circolano molti retroscena, come il fatto che Graziella, oltre a sopportare un rapporto complicato con il marito, non avesse metabolizzato altre vicende familiari. Gli anziani coniugi stavano sempre insieme, trascorrendo le giornate a spasso attorno a San Giovanni, nel quartiere di San Giuliano, per fare tappa fissa in un bar della zona. La vicenda ruota sul rapporto personale ormai logoro da tempo tra continui diverbi e incomprensioni che sarebbero sfociati in ripetute liti. Fino al tragico epilogo.
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