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La surroga del consigliere comunale dimissionario Francesca Sannipoli con Sandro Manca diventa un caso politico e potrebbe avere altri risvolti

Palazzo Pretorio sede del Comune di Gubbio

Nuove nubi si addensano su Palazzo Pretorio e potrebbe non essere soltanto una faccenda tutta politica.

Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, ieri (venerdì 18 ottobre), è diventato un caso politico con possibili altri scenari la surroga di Francesca Sannipoli, che si è dimessa da consigliere comunale dopo l’atto di nomina nello staff del sindaco Vittorio Fiorucci, con Sandro Manca, subentrato come primo dei non eletti della lista Gubbio Civica.

 

Rocco Girlanda, già candidato a sindaco, Luigi Girlanda e Diego Guerrini hanno lasciato l’aula non partecipando al voto nel ritenere illegittime tutte le vicende che hanno ruotato attorno a Francesca Sannipoli, la quale è finita nel mirino già subito dopo l’elezione a sindaco di Fiorucci quando si è presentata negli uffici comunali operando con strumenti e modalità da dipendente pubblico o da incaricato ufficiale con atto deliberativo.

 

Nel frattempo, Fiorucci ha lanciato un avviso pubblico per nominare un addetto nello staff (oltre che dell’ufficio stampa) e a fronte di 67 domande presentate ha ritenuto di dover vagliare la sola candidatura del consigliere comunale Francesca Sannipoli ancora in carica. C’è chi ha avanzato dubbi anche su questa modalità: può un consigliere comunale sostenere nel ruolo effettivo una selezione per un incarico nello stesso ente pubblico? Sannipoli ha evidentemente superato la selezione, essendo peraltro l’unica selezionata tra 67 domande senza sapere con quale criterio, ma è comunque rimasta consigliere comunale partecipando anche alla seduta successiva alla selezione. Si è dimessa soltanto dopo l’adozione dell’atto di nomina nello staff.

 

Questa situazione ha portato a segnalazioni e consulti per capire la legittimità. I tre consiglieri comunali non hanno votato la surroga e non sono esclusi interventi esterni per verificare, appunto, la legittimità dell’intera vicenda che, per quanto è dato sapere, non troverebbero precedenti né casi similari altrove. Molto ruota su questi quesiti: può un neo eletto consigliere comunale non ancora insediato operare all’interno degli uffici comunali in modalità dipendente pubblico o incaricato con atto deliberativo? Può un consigliere comunale in carica sostenere una selezione (peraltro unico su 67 domande presentate) per un incarico nello stesso ente pubblico?