Il Consiglio Comunale di Gubbio è diventato un luogo di ritrovo per bontemponi che trovano il modo di passare in qualche modo il tempo a spese dei cittadini. Basta guardare la seduta di giovedì scorso, 26 settembre, per rendersi conto dello scadente spettacolo che viene offerto.
Il sindaco Vittorio Fiorucci ha presentato le linee programmatiche. Clamorosa la topica del tandem Mattia Martinelli (presidente dell’assemblea) e soprattutto Raoul Caldarelli segretario comunale facente funzioni che evidentemente si è scordato le disposizioni del Ministero dell’Interno ed è dunque ancora più responsabile per aver impedito alle minoranze di presentare e discutere emendamenti. Clamorosa la reazione di Fiorucci che ha perso la testa facendo sapere a tutti che lui lavora dalle 7.30 alle 20.30 e non ha tempo da perdere “con le cazzate che sente durante il Consiglio Comunale”.
Ma Fiorucci è andato oltre, poiché le linee programmatiche altro non erano che un copia e incolla di pezzi in ordine sparso del programma elettorale proposto ai cittadini prima del voto e nel preparare il ballottaggio, senza neanche aggiornare alcuni passaggi laddove si parla nero su bianco di “candidato a sindaco” e non di sindaco, laddove si evidenzia che lavora in banca quando dalla sua elezione Fiorucci è chiaramente in aspettativa occupandosi soltanto del ruolo istituzionale. Sembrava di assistere a “Scherzi a parte”, invece era tutto vero tra le battute, i sorrisi ironici, la sorprese generale per aver trasformato un atto serio – come enunciare alla città ciò che verrà fatto – in un’appendice della campagna elettorale con gli strafalcioni. C’è stato davvero poco rispetto per i cittadini, puntando probabilmente sul fatto che i più sono ignari.
Come se non bastasse, dai banchi della maggioranza sono intervenuti solamente in quattro: Robert Satiri per Gubbio Civica (che viene da lontano e almeno l’esperienza gli fa gioco), Sara Rinaldini per Fratelli d’Italia, Luca Ramacci per la Lega e Riccardo Ciliegi della Forza Italia. Non si sono sentite in generale argomentazioni e riflessioni sulle strategie e le prospettive operative, ma solamente qualche parola di circostanza per dire che tutto va bene madama la marchesa. Dai banchi delle minoranze si è passati dallo stupore alla facile ironia.
La seduta ha rivelato anche un caso decisamente particolare: il consigliere comunale Francesca Sannipoli, eletta con Gubbio Civica ma che fin dalla vittoria elettorale si è in pratica segnalata come dipendente di fatto del Comune nello staff del sindaco Fiorucci senza alcun incarico frequentando assiduamente gli uffici di segreteria e utilizzando le strumentazioni pubbliche, dopo la selezione farsa che ha visto 67 domande per ottenere l’incarico fiduciario con un solo colloquio tenuto da Fiorucci guarda caso proprio con questo suo consigliere di maggioranza, non ha ritenuto di dover rassegnare le dimissioni, aspettando evidentemente la delibera d’incarico che rende i due ruoli incompatibili. Non si è avvertita neanche l’opportunità di fare un passo indietro nel rispetto delle istituzioni, al di là dei regolamenti, segno di come la destra andata al potere cittadino dopo 78 anni intende gestire palazzo Pretorio.
Ci sono oltretutto situazioni, già attenzionate tirando l’aria di esposti alla magistratura, di potenziali incompatibilità per consiglieri comunali di maggioranza che lavorano con aziende partecipate del Comune. Un’altra questione particolarmente delicata che potrebbe riservare prossimamente qualche sorpresa.
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