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Massimiliano Presciutti getta la spugna e si dimette facendo intendere che il Pd di Gubbio è una gabbia di matti

Il sindaco gualdese Massimiliano Presciutti commissario del Pd di Gubbio
La battuta è circolata: il Pd a Gubbio è una gabbia di matti, ovviamente in senso strettamente politico e non certo qualcosa di personale. Ieri sera (venerdì 20 settembre) il sindaco gualdese Massimiliano Presciutti, nella riunione che doveva decidere sui nomi da proporre per le candidature del partito alle regionali, ha deciso di mollare rinunciando all’incarico di commissario nominato dal segretario regionale Tommaso Bori.
Presciutti è arrivato alla conclusione dopo una serie di situazioni, come le lettere scritte da Filippo Mario Stirati e Leonardo Nafissi che muoiono dalla voglia di candidarsi alle prossime elezioni regionali ballando potere e soldi per il prossimo quinquennio, e le mosse della reggenza che non ha titoli di fatto per muoversi ma continua ad agire come se fosse un organismo legittimato.
Proprio i reggenti, con il presidente dell’Unione Comunale del Pd, hanno ufficializzato la rinuncia di Presciutti cantando praticamente vittoria. “Ha preso atto delle difficoltà insormontabili che ha trovato – scrivono in una nota -. Inutile ripetere che si trattava di una nomina fatta al di fuori di ogni regola interna del Partito Democratico come abbiamo sollevato con un ricorso presentato alla Commissione Garanzia. Ruolo che tra laltro sarebbe venuto meno in quanto, sempre a norma di Statuto, la nomina non è stata ratificata entro 30 giorn, termine perentorio in quanto di garanzia, dallorgano deputato. Senza la minima ipocrisia possiamo riconoscere lo sforzo generoso di Massimiliano che si è trovato di fronte una realtà molto complessa che non poteva essere risolta con delle scorciatoie. In ogni caso, a oggi, per il Pd del nostro comprensorio resta lautorità politica più rilevante in quanto sindaco della città più grande governata dal nostro partito. Il suo contributo politico, nelle forme che concorderemo, sarà fondamentale. I problemi che avevamo di fronte restano tutti lì con meno tempo per affrontarli. Se si andassero a rileggere i nostri vari documenti, si prenderà atto che da subito abbiamo riconosciuto la complessità della
situazione del centro sinistra eugubino e il valore che tutte le soggettività che si sono affermate hanno che non può, né deve essere azzerato o ricondotto ad unità impossibile. Il Pd è riconosciuto come punto di riferimento politico a livello nazionale dalla maggior parte degli aderenti alle varie realtà della sinistra eugubina. A Gubbio per una serie di motivi e responsabilità non solo e non tanto locali, non ha svolto quel
ruolo di riferimento e di luogo della politica aperto, agibile, accogliente, leggero e tanto altro per essere riconosciuto come la casa del popolo del centro sinistra. E su questo obbiettivo che ci stiamo impegnando con la consapevolezza che servono tempi lunghi, obbiettivi comuni, azioni concordate e coordinate, luoghi di approfondimento comuni. Le elezioni comunali hanno sancito in maniera chiarissima tutto questo.

Ora abbiamo di fronte le elezioni regionali. Che fare? Capiamo benissimo che non possono essere la scorciatoia per azzerare decenni di divisioni, incomprensioni, antagonismi, incompatibilità ecc. Sarebbe folle solo pensarlo. Dobbiamo innanzitutto porci due problemi: il primo è quello di dare il massimo apporto alla vittoria di Stefania Proietti, il secondo è quello di tentare ad avere una rappresentanza cittadina nellassise regionale. Rifaremmo lo stesso errore delle elezioni comunali se non avessimo presenti le difficoltà e le aspettative che sotto traccia esistono. Nei prossimi due o tre giorni dobbiamo verificare se esiste una candidatura di una donna o di un uomo sulla quale far convergere i consensi degli eugubini per conquistare un seggio in regione. Dobbiamo verificare se esiste una personalità che abbia le caratteristiche qualitative, morali e politiche sulla quale il centro sinistra possa ritrovarsi e che dovrà essere il garante di una rifondazione
del Partito Democratico di Gubbio aperto a tutti e di tutti. Questo non è un assunto velleitario e moralistico, sappiamo bene che non tutti abbiamo le stesse responsabilità per lo stato del Partito, ma dobbiamo avere chiaro che questo è un patrimonio di tutti che va curato e tenuto nella dovuta considerazione anche rinunciando a prospettive e aspettative personali.
Dobbiamo evitare che più personalità di rilievo si ritrovino candidate su liste diverse che avrebbero forse la funzione di raccattare più voti, ma nessuno verrebbe eletto e ci troveremmo al punto di partenza con un altro ko incassato e fare ancora una volta i capponi di Renzo che non riuscendo a beccare quello che li
teneva in mano e li agitava, si beccavano tra loro”.